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Tim Cook governa direttamente 17 manager; sono troppi?

Business Insider evidenzia come dal 2011, anno nel quale è stato nominato amministratore delegato di Apple, il team di dirigenti che riporta direttamente a Tim Cook sia cresciuto significativamente. All’inizio della sua carriera di CEO, Cook aveva a che fare direttamente con nove persone; oggi i dirigenti che rispondono direttamente a Cook sono 17. Sono un po’ troppi? Cook sta sovrastimando se stesso? E qual è il numero massimo di persone che un dirigente può ragionevolmente controllare?

Business Insider l’ha chiesto ad alcuni esperti del settore. Hal Gregersen, direttore esecutivo del MIT Leadership Center, spiega che il numero ottimale varia tra le sei e le dodici persone sia quando sei CEO, sia quando sei un manager di livello inferiore. “Tutto sta nel capire con quante persone un leader è in grado di avviare una conversazione costruttiva quando sono tutti presenti nella stessa stanza” spiega Gregersen. “Se, ad esempio, stai approntando un meeting di due ore con 17 persone, ognuno di questi ha meno di sette minuti per affrontare una discussione”; “con un team di sei persone, invece, c’è spazio per avviare conversazioni più approfondite”.

“Peralto”, continua Gregersen, “i dirigenti hanno bisogno di tempo per sviluppare determinasti rapporti domandandosi cose del tipo: «In che cosa questo singolo individuo è bravo?», «In che cosa non è bravo», “Come posso supportarlo?», è difficile farlo quando hai a che fare con un team che supera le 12 persone”.

Gregersen ammette di non avere fatto specifiche ricerche su Cook o Apple, spiegando che il CEO della Mela potrebbe anche avere trovato un modo per gestire tempo e risorse sfruttando le relazioni dirette ma immagina che è più facile gestire un team di 6 persone, anziché uno di 17.

Il guru del management Jack Welch, ex CEO di General Electric, ritiene che sia invece possibile gestire team più grandi e afferma che numeri tra le 10 e le 15 persone sono ottimali. In un’intervista del 1989 per l’Harvard Business Review, Welch arrivava a suggerire di rimuovere alcuni livelli di management affinché i leader-guida potessero ritrovarsi con più persone da supervisionare: “Con 10 o 15 relazioni forti un leader può concentrarsi solo su questioni importanti e non su dettagli”.

Gli amministratori delegati odierni si trovano generalmente a gestire un numero maggiore di persone rispetto al passato. Da una ricerca sulle società elencate nella Fortune 500 (le 500 maggiori imprese societarie statunitensi) è emerso che il numero di relazioni dirette che un CEO gestisce di media sono passate dalle cinque di metà anni ’80 alle circa dieci di metà degli anni 2000. Molti nuovi amministratori delegati scelgono di non nominare un direttore operativo, dirigente che permetterebbe di non dover supervisionare molti rapporti diretti.

Alcuni vedono il grande team gestito da Cook come un’indicazione della forza della società da lui guidata. Jeffrey Pfeffer, professore esperto di comportamenti organizzativi di dirigenti e personale presso la Stanford University’s Graduate School of Business spiega di non vedere il problema nel gestire 17 che dirigenti si rapportano direttamente con il CEO. “Hai bisogno solo di pochi report”, “se vuoi dei micromanager nel tuo team, non hai idea di quello che stai facendo”. “Se hai gente sveglia, una forte organizzazione culturale e una ben definita e articolata strategia che tutti capiscono, puoi avere anche numerose persone che si rapportano direttamente con te, perché il tuo lavoro non è dire alle persone cosa devono fare”. Pfeffer fa notare che Jim Goodnight, CEO d fondatore della società SAS, a un certo punto si trovò a gestire 25 dirigenti.

In ultima analisi il team in continua espansione guidato da Cook è effettivamente leggermente più grande di quello gestito in media da altri CEO. Potrebbe essere segno di debolezza, nel voler mettere troppa carne sul fuoco ma anche segno che i dirigenti Apple sono affiatati e in grado di operare bene in modo indipendente, senza bisogno di troppe ingerenze dall’alto.

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