Il principe arabo Alwaleed Bin Talal Bin AbdulAziz Alsaud (Alwaleed per gli “amici”), ricchissimo per discendenza famigliare (é l’undicesimo uomo più ricco della Terra) è noto ai più come investitore in molte società di primo piano della finanza mondiale, Planet Hollywood, Citigroup, AOL Time Warner, Amazon, Disneyland Paris, Priceline, Netscape, Motorola, oltre che l’italiana Mediaset. Tra i tanti soldi profusi nell’acquisto di azioni Alwaleed aveva scelto di acquistare anche azioni di Apple per 20 miliardi di dollari. Un capitale ingente tanto da fare del principe saudita il rappresentante del 5% di Cupertino.
Comprensibile, dunque, come ogni parola che esca dalla bocca di Alwaleed e che riguardi Apple sia ascoltata con attenzione dai media.
In realtà quello che resta uno degli azionisti di riferimento di Cupertino non ha parlato spesso e volentieri del Mac e la cosa, almeno a giudicare da quello che è accaduto nei giorni scorsi, non dovrebbe suscitare molto rammarico presso le alte sfere della Mela.
Parlando a “The Times”, infatti, Alwaleed ha tirato fuori una delle “leggende” più stantie e meno digeribili da parte di chi segue da vicino il mondo della Mela: la necessità per Apple di fondersi con qualche concorrente.
Secondo il principe, infatti, Apple avrebbe una nicchia di mercato troppo piccola per “pensare di poter sopravvivere da sola “. Di qui l’auspicio per la fusione con un’altra società del settore.
Fortunatamente “The Times” non ha indagato oltre, chiedendo quale potrebbe essere quest’altra società . Rabbrividiamo al solo pensiero di quale sarebbe potuta essere la risposta.