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Anderson si coccola l’iPod

Se non si temesse di gettare altra carburante sulla causa legale tra la Apple (dei Beatles) e la Apple (del Mac) potremmo fare un parallelismo che va ben al di là  del nome tra le due omonime società  tanto ormai è il peso della musica nelle strategie dell’azienda di Cupertino. Questa la prima considerazione che si può fare scorrendo le cifre emerse dal resoconto e i commenti al trimestre di Fred Anderson.

I notevoli risultati fatti registrare dall’iPod e da iTunes Music Store, che continua a vendere milioni di brani, appaiono, infatti, sempre più in maniera chiara come la nuova strada seguita da Apple per portare profitti. E se si pensa che per ora gran parte di questa strategia è focalizzata sugli USA, gli investitori e i manager della Mela potrebbero essere ancora in attesa del meglio.

Proprio la musica è stata così l’€™argomento centrale dell’€™incontro di ieri. Anderson, in particolare, ha fornito dettagli sul ‘€œclone’€ di iPod che verrà  distribuito da HP aggiungendo che l’€™alleanza con la società  di Carly Fiorina nel campo dell’€™audio digitale fornirà  un plus agli utenti di HP ammettendo anche che il logo di Apple che apparirà  sullo schermo del lettore potrebbe essere un fattore promozionale di rilevanza non trascurabile.

Quando Apple potrà  vendere musica in tutto il mondo (ma intanto attendiamo ansiosamente i paesi europei) attraverso iTMS aumenterà  probabilmente anche il traino della vendita di iPod, tanto è successo in USA con il massimo picco il questo periodo natalizio fortunatissimo.

Attualmente, ci ha detto Fred Anderson durante lo streaming audio, le vendite degli iPod spiegano chiaramente come iTMS trascini il lettore digitale di Apple: ben due terzi di tutti gli iPod venduti sono stati commercializzati sul territorio statunitense e la loro incidenza sul fatturato è stata eccezionale: ben il 37% di tutte le entrate di Apple in questo trimestre, provenivano dal lettore MP3. Probabilmente Apple avrebbe potuto anche fare meglio e produrre un profitto superiore se non ci fosse stato qualche problema di scarsità  di pezzi nei magazzini determinata proprio dall’€™eccessiva richiesta.

E a proposito di iPod Anderson ha rifiutato di fare commenti sulla percentuale che finisce nelle mani di utenti PC e quella che è destinata agli utenti Mac. ‘€œNon facciamo commenti al proposito per ragioni strategiche’€, ha detto il relatore.

Il successo di Apple, ha detto Anderson, si è misurato anche dagli accessi ad Apple.com il cui numero di visitatori ha registrato una crescita incredibile: ben 5,9 milioni di visitatori intorno a Natale.

Per quanto riguarda gli AppleStore Anderson ha confermato che le apertura continueranno ma senza fornire alcuna anticipazione. Certa solo l’apertura primaverile a San Francisco e poi il secondo in Giappone, ad Osaka per l’€™autunno. ‘€œPer gli altri vedremo ‘€“ ha detto il CFO – ma è probabile che si raggiunga quota 80 in qualche mese, 73 alla fine del quarto fiscale in corso’€ Ricordiamo che i negozi direttamente gestiti da Apple incamerano nel trimestre 273 milioni di dollari. E a proposito di fatturato è da segnalare che il negozio di Tokyo ha prodotto risultati incredibili: 1 milione di dollari alla settimana di incasso, il dato più alto di tutti gli Apple Store.

Per quanto riguarda la riduzione dei margini, l’€™unico punto negativo del trimestre, Anderson ha tenuto a sottolineare che questo è dovuto alle eccessive spese di riparazione in garanzia. Tra i prodotti accusati di eccessiva difettosità  gli iBook e i PowerBook, ha detto Anderson facendo una mezza ammissione alle accuse piovute su alcune di queste macchine da parte degli clienti.

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