PA Semi stava per chiudere e disperdere tutto il suo patrimonio in tecnologie su cui Apple contava. Ecco la ragione per cui Cupertino ha deciso di acquistare la società specializzata in processori a basso consumo. A rivelare il dettaglio, non di poco conto quando si cerca di costruire il quadro complessivo della vicenda che ha condotto la Mela a spendere 280 milioni di dollari, è l’attendibile EE Times.
La rivista informatica conferma che i rapporti tra Apple e PA Semi sono di vecchia data. Risalgono a qualche tempo prima dell’abbraccio tra Apple ed Intel; in quel momento Jobs stava cercando un’alternativa ai processori Freescale ed IBM e aveva individuato nella società californiana in un possibile partner proprio grazie alla sua esperienza nei chip a basso consumo. Fu in quel momento che Apple pompò in PA Semi una quantità non precisata di capitali, mantenendo l’investimento anche successivamente alla scelta per Intel. PA Semi accusò il colpo finendo progressivamente in crisi e ultimamente anche in difficoltà di liquidità . Apple a quel punto, per l’interesse che continuava ad avere in alcuni progetti, ha deciso di acquistare PA Semi, incorporando il team di sviluppo e con esso tutte le preziose tecnologie in possesso della società .
In cambio di una cifra modesta per una società come Apple che tiene in cassa una liquidità enorme, Cupertino si è portata a casa quel che le serve, dice EE Times, per un processore scalabile per applicazioni multimediali, utile a gestire i flusso di grafica e video cui si dovrà fare fronte nei prossimi anni. L’idea di EE Times è che questo processore potrebbe finire in un dispositivo Internet frutto della fusione di iPod, computer e iPhone.
Da parte sua Apple, per bocca di Jobs, ha già chiarito che l’ambizione non è certamente quello di sostituire i processori Intel con uno costruito in casa, operazione d’altra parte quasi suicida come notato da più osservatori del settore. Al momento non sembra possibile neppure utilizzare i processori studiati da PA Semi per iPhone o iPod visti i consumi di molto superiori a quelli oggi implementati e basati su tecnologie ARM. Jobs ha detto esplicitamente di avere acquistato PA Semi per i suoi chip designers per contribuire, come ha sempre fatto, alla loro progettazione avendo in casa alcuni dei migliori esperti del settore. Il che, più o meno, pare in linea con quanto sostenuto dall’EE Times.