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Apple pensiona ufficialmente HyperCard

Una carriera di oltre 16 anni (erano gli anni del System 6) e ancora molti affezionati della prim’ora del Mac ne facevano uso sui sistemi operativi pre Mac OS X, è HyperCard, o meglio era, visto che da pochi giorni Apple ha rimosso ogni riferimento al programma degli “stack” creato da Bill Atkinson, già  parte nel team che creò il primo Macintosh.

Atkinson pretese che HyperCard (originariamente denominato WildCard) fosse distribuito gratuitamente con ogni Mac e questo fu un passo fondamentale per la sua popolarità , il programma passò poi sotto l’ala (poco) protettrice di Claris, ma nemmeno questa divisione di Apple decise di portare avanti un progetto dalla grandi potenzialità  e dai molti sviluppi.

Il team di HyperCard si smembrò rapidamente, gran parte di essi passò alla Macromedia per lo sviluppo di Authorware.

Nell’ultima parte della sua esistenza HyperCard era ormai parte del team di QuickTime, nel 1996 fu presentata una beta di HyperCard 3 sviluppata da Kevin Calhoun ma questa versione non vide mai la luce ufficialmente.

La soluzione di terze parti più simile che tra le prime faceva uso degli hypertext/hyperlink/hypermedia stata SuperCard ma l’erede “naturale” dopo le alterne vicende degli emuli sembra essere RunTime Revolution.

L’ultima versione disponibile di HyperCard era la 2.4.1 del 1998, fino a poco tempo fa scaricabile gratuitamente dai server Apple.

A tal proposito abbiamo chiesto una riflessione ad uno dei maggiori conoscitori italiani di HyperCard, che per anni ha diffuso “il verbo” fin dalla prima ora, Gaetano “Blue” Bottazzi, eccovela:

Non sembra vero: HyperCard, che è stato un software rivoluzionario (non a caso partorito dalle stesse menti che hanno creato il sistema operativo del Macintosh) esce definitivamente di scena, dopo essere stato di fatto abbandonato da anni.

Purtroppo suo padre, Bill Atkinson, ha esaurito con esso la sua voglia di programmare, e le teste d’uovo di Apple non ne recepirono la portata rivoluzionaria. Tanto rivoluzionaria che è stato proprio esso ad ispirare la rivoluzione del World Wide Web.

Chi non lo ha usato non riesce a capire di cosa si tratta, e nessuno dei software da esso derivati (come AppleScript o i vari sistemi di authoring) può darne un’idea. HyperCard metteva nelle mani dell’utente finale la potenza dell’interfaccia Mac, permettendo di creare facilmente un’applicazione tagliata su misura e perfettamente funzionante.
Oggi HyperCard è superato? Niente affatto. Basterebbe aggiornarne l’idea con gli strumenti che l’ultimo decennio informatico di ha portato, come XML e HTML e avremmo il definitivo sistema operativo di secondo livello in grado di piegare alle nostre necessità  personal computer, palmari e periferiche varie.
Purché ritrovi un padrino del genio di Bill Atkinson.

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