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Apple, prima sconfitta nel caso Asteroid

Importante vittoria in tribunale per la EFF (Electronic Frontier Foundation). L’€™associazione americana che cura la libertà  di parola e i diritti dei siti web, ha infatti ottenuto da un tribunale americano l’€™autorizzazione ad accedere ai documenti che proverebbero che Apple ha fatto richiesta di procedere in maniera coercitiva nei confronti di alcune pagine Web dedicate alle indiscrezioni per ottenere i nomi delle loro fonti, senza avere prima attuato una indagine interna.

La notizia è di grande rilievo nel contesto della vicenda che mette di fronte l’€™uno agli altri Cupertino e i giornalisti di AppleInsider e PowerPage, cui un tribunale della California ha imposto di consegnare tutta la documentazione inerente un servizio che ha rivelato lo sviluppo di un’€™interfaccia hardware per GarageBand denominata Asteroid.

Secondo Apple la notizia sarebbe stata frutto di una violazione di un accordo di segretezza e, come tale, punibile secondo le vigenti leggi americane e sarebbe, di conseguenza stato diritto di Apple ottenere tutte le informazioni necessarie per perseguire i colpevoli e impedire ulteriori fughe di notizie. La necessità  di imporre ai siti Internet di rivelare le loro fonti sarebbe derivata dal fatto che Apple non era stata in grado di arrivare ai colpevoli da sola, senza chiedere l’€™intervento di un tribunale.

Questa posizione è stata lungamente ed aspramente contestata dai siti Web e dalla EEC che appellandosi al primo emendamento della costituzione americana reclamavano la libertà  di parola e il diritto di stampa, rifiutavano la posizione di Apple sostenendo che Cupertino non aveva svolto alcuna indagine seria ma fin dall’€™inizio aveva deciso di intraprendere un’€™azione legale contro i siti protagonisti della vicenda al solo scopo di intimorirli chiedendo che Cupertino mostrasse, per smentire questa ipotesi, i documenti inerenti la sua indagine interna. A sua volta Apple aveva replicato che i documenti in questione erano a loro volta coperti da segreto industriale e che, in quanto tali, non potevano essere rivelati.

Il tribunale ha ora respinto questa tesi, dando ragione alla EEC, schierata con i siti Internet, secondo la quale la documentazione mostrerà  in maniera inequivocabile come non è stata attuata alcuna indagine interna degna di questo nome. ‘€œHanno solo passato in rassegna i server di posta interni ‘€“ dice la EEC ‘€“ e attuato un rudimentale analisi dei file server. Non hanno fatto alcuna verifica sul lavoro dei computer dei singoli dipendenti e di altri dispositivi adatti ad archiviare materiale o trasmettere informazioni elettroniche, non hanno controllato i tabulati telefonici, né verificato le macchine fotocopiatrici. Non si sono neanche premurati di verificare se le informazioni riguardo ad Asteroid siano state trasmesse con altri media che non sia la posta elettronica. Infine Apple non ha preso in esame i giuramenti di segretezza dei dipendenti che avevano accesso alle informazioni su Asteroid’€.

Se le affermazioni della EEC saranno verificate per Apple sarà  difficile ottenere la conferma da parte del tribunale dell’€™imposizione, già  ottenuta ma per ora congelata, a dare accesso alla posta elettronica dei siti web prima di avere svolto le necessarie indagini interne.

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