La valutazione, basata sull’impatto dei brand, cioè sulla valutazione positiva o negativa (e implicitamente la riconoscibilità dello stesso) è stata calcolata con questionari realizzati da Brandchannell su un campione di 4.010 persone in 85 paesi differenti.
La classifica dei primi dieci vede, in ordine decrescente, Google, Apple, Mini, Coca-Cola, Samsung, Ikea, Nokia, Nike, Sony e Starbucks. Sia per Apple che per il motore di ricerca questa è la conferma di un risultato ottenuto già lo scorso anno.
Il risultato sottolinea, sia per la casa di Cupertino che per Google, che la politica di marketing scelta è particolarmente felice. Soprattutto Google, infatti, ha una spesa di advertising molto bassa. Anche Steve Jobs ha ottenuto, nei sei anni e mezzo dal suo rientro a Cupertino di limitare al massimo la spesa pubblicitaria dato che sono gli stessi organi di informazione a seguire l’alto tasso di innovazione dei prodotti dell’azienda, facendogli pubblicità attraverso l’informazione giornalistica.