Apple? Essenzialmente una società software. Questo una delle affermazioni più interessanti tra quelle espresse da Ave Tevanian alla rivista on line austrialiana IT My Career.
Il responsabile dello sviluppo di MacOs X, già tra i protagonisti di NeXT e autore del kernel Unix che “muove” il nuovo Os di Apple, in un articolo intervista affronta numerosi argomenti tra cui, appunto, quello della rilevanza del software nell’economia di mercato di Apple. “Il fatto di avere una piattaoforma hardware unificata – dice Tevanian – è uno dei punti caratteristici, ma il settore software è uno degli elementi più rilevanti. Lo è sempre stato, ma ora è più evidente”. La prova sarebbe nel fatto che la strategia del “digital hub” è quasi interamente fondata su prodotti software che non funzionano su piattaforma Windows e che costituiscono un momento di grande rilievo nella visione di crescita di Apple.
Apple, si legge nell’articolo, spende grande parte delle sue risorse economiche nello sviluppo del software, “parte del quale viene venduto – dice Tevanian – parte viene incluso nelle CPU”. Il giusto mix di questa differente metodologia di commercializzazione determina il success dell’intera strategia.
Che Apple sia una società he si occupa in gran parte di software lo si nota anche dagl sforzi intrapresi su MacOs X. “Ci stiamo mettendo grande impegno. Non ci sono bottoni magici da premere per fare il nostro sistema operativo migliore. Solo una grande dose di lavoro”.
Tra i settori che più di altri potrebbero essere solleticati dal nuovo Os, sottolinea Tevanian, quello professionale. “MacOs X – dice Tevanian è quello che molti di essi hanno sempre desiderato. Un sitema Unix a filosofia OpenSource con una interfaccia grafica evoluta, un ambiente di sviluppo coerente e applicazioni importanti come Office”
Apple potrebbe avere successo in questo ambiente professionale anche perchè chi lavora con le macchine è meno influenzabile dal “mito dei megahertz”. “Tra i professionisti dell’informatica – dice Tevanian – si comprende bene che non sono i numeri dei chip quelli che contano ma il giusto bilanciamento tra software, hardware, l’integrazione delle applicazioni con la piattaforma. Questo complesso fornisce la reale velocità di un sistema. I professionisti chiedono della velocità del processore ma anche quella del bus di sistema, della memoria, dei dischi e la dimensione della cache. In un processo creativo di deve avere affidabilità nel prodotto che si sta usando dall’inizio alla fine”
Dunque Apple vede grandi possibilità nel settore professionale? Il potenziale c’è, ma è rischioso pensare di aggredire in maniera decisa questo nuovo mercato per altre ragioni. “Ma dal punto di vista tecnologico credo che ora Apple sia in una posizione di molto migliore rispetto a quanto accadeva in precedenza”
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