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Bill Gates dichiara guerra allo spam

Bill Gates promette di sconfiggere lo spamming. La dichiarazione di guerra è arrivata nel corso del forum mondiale sull’economica che si è svolto a Davos, in Svizzera. Secondo il proprietario e fondatore di Microsoft ci vorranno due anni di tempo, un po’ di fatica e un tocco d’inventiva, ma la battaglia contro la posta-spazzatura, sarà  vinta.

Gates ha fatto cenno anche ad alcune delle sue idee in proposito lanciando delle proposte. Una di questa sarebbe quella imporre a chi spedisce un messaggio di dare una conferma ad un semplice indovinello spedito dal server di destinazione, per confermare la spedizione di messaggi di posta. Questa operazione sarebbe del tutto indolore per chi spedisce pochi messaggi al giorno ma diverrebbe un ostacolo di rilievo per gli spammers che non potrebbero automatizzare l’invio a migliaia di indirizzi. In alternativa, secondo Gates, si potrebbe imporre al computer una operazione di calcolo per ciascuna spedizione; il task sarebbe semplice ma se sommato per migliaia di indirizzi diverrebbe impossibile da attuare se non acquistando macchine molto potenti. Microsoft ha già  dimostrato queste tecnologia nel corso di qualche evento tecnologico.

Un terzo sistema per limitare lo spam, secondo Gates, sarebbe il pagamento di una sorta di “tassa” se un messaggio di posta viene respinto. In questo modo gli spammers dovrebbero valutare accuratamente l’invio di posta per evitare di pagare cifre elevatissime nel caso il destinatario non fosse consapevole dell’invio e alla fine lo rifiutasse. Anche questo sistema è già  stato sperimentato da società  specializzate nella lotta allo spam.

Le affermazioni di Gates, pur accolte con interesse per la rilevanza che assumerebbe una battaglia di Microsoft con lo spam, hanno suscitato qualche perplessità . Diversi esperti credono che gli spammers potrebbero aggirare sistemi automatici e che, in ogni caso, alcune delle proposte di Gates implicano costi molto alti per i provider e i fornitori di servizi che dovrebbero aggiornare i loro sistemi facendo ricadere poi i costi finali sui clienti. Infine le operazioni suggerite colpiscono la semplicità  e l’immediatezza del sistema di posta elettronica danneggiando anche gli utenti “normali” e questo è da considerarsi estremamente negativo.

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