L’atteggiamento aggressivo della RIAA, l’associazione dei discografici americani, che ha deciso di affrontare con denunce e processi il fenomeno della pirateria musicale su Internet, sta producendo qualche effetto. Secondo uno studio rilasciato ieri e condotto negli USA, la scelta di portare in tribunale anche i semplici ‘downloaders’, non importa se casuali e minorenni, ha ridotto dal 14% al 29% la percentuale di coloro che scelgono la pirateria come forma di acquisizione di musica su Internet.
Secondo Pew Internet & American Life Project, che ha condotto l’indagine telefonica, il numero di americani che scaricano musica dalla rete era infatti di 35 milioni in primavera e ora si è ridotta a 18 milioni. La riduzione maggiore è avvenuta nel pubblico femminile, utenti con un grado di studio medio alto e genitori con figli che vivono ancora in casa. Significativo anche il calo tra coloro che usano connessioni broadband e tra gli studenti.
Il risultato dell’indagine è confermato anche da un altro studio di comScore Media Metrix secondo cui la percentuale di utilizzatori di programmi per lo scambio di file in peer to peer è scesa in maniera significativa in novembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli utenti di Kazaa sono diminuiti del 15%, quelli di Grokster del 59%.
L’esito della riduzione del download illegale da Internet, sempre secondo comScore Media Metrix, sta favorendo in maniera molto significativa la crescita di coloro che acquistano musica da servizi legali, tra cui iTunes Music Store.
Ricordiamo che le denunce della RIAA fino ad oggi hanno coinvolto almeno 400 americani cui sono stati chiesti danni fino a 150.000 dollari di danni per ciascun singolo file scaricato. Circa la metà dei citati in tribunale, tra cui molti minorenni delle cui colpe hanno risposto i genitori, hanno patteggiato pagando 5000$.