Sul sito di Paul Bourke, un astrofisico australiano, è comparso uno strano oggetto che, come si può notare qui a lato, è composto da due iPod photo, ingabbiati in un attrezzo che vagamente assomiglia o ad una maschera da saldatore o ad un aggeggio da tortura medioevale.
Lo stereoscopio nei primi anni della fotografia (è nato nel 1833 in Gran Bretagna) era piuttosto diffuso e voleva essere un ingegnoso strumento per ricreare la tridimensionalità alle fotografie bidimensionali con una doppia immagine lievemente differenti, una per occhio, purtroppo il risultato non ha mai accontentato a fondo e anche esperimenti come i film dello Squalo in 3D (ricordate gli occhialini con lente rossa e lente blu?) hanno avuto un successo relativamente basso.
Citiamo anche il sistema IMAX, figlio più moderno ed evoluto del 3D, che però visto i costi realizzativi dei film e visto i costi di gestione di sale di proiezione apposite, ha avuto una diffusione marginale.
L’australiano, sul suo sito, ha pubblicato un confronto di immagini tra uno stereoscopio norvegese di inizio 1900 e il suo stereoscopio del terzo millennio che ha già trovato spazio espositivo a Melbourne presso il Royal Exhibition Building.
Con due iPod photo e senza altro oltre alla “maschera” che li sorregge davanti agli occhi dell’utilizzatore, si riuscirebbe a ricreare l’effetto tridimensionale.
Bourke però accenna anche ad un altro tipo di utilizzo, collegati i due iPod photo a due diversi proiettori si otterrebbe lo stesso risultato senza dover caricare in viso un aggeggio tanto scomodo, all’apparenza.
Nei due iPod photo compaiono (o sul display o attraverso l’uscita video) delle immagini con un certo ritardo nella rotazione delle stesse e in effetti ricreano in modo moderno il sistema stereoscopico delle immagini.
L’australiano auspica l’integrazione di un player di video in iPod photo per sperimentare anche l’effetto stereoscopico sui film.
A margine segnaliamo la possibilità di vedere in tridimensione, con vari sistemi, la superficie di alcuni pianeti recentemente visitati da sonde spaziali, qui e qui alcuni esempi.