In Cina le libertà individuali sono ancora parziali e a soffrirne è anche la cultura di Internet: entro l’anno tutti i cyber-café ei punti d’accesso ad Internet pubblici autorizzati dal ministero della cultura cinese (anche le scuole, biblioteche e laboratori con collegamenti a Internet dovranno richiedere l’autorizzazione), dovranno dotarsi di sistemi di sorveglianza dell’utenza web. Addio privacy, innanzitutto. In Cina non potranno fare uso di questi collegamenti i minori di 18 anni. In primavera il governo cinese ha già provveduto a chiudere 8.600 internet cafe.
Ma il fenomeno della restrizione dell’uso di Internet, che va di pari passo con i rischi posti alla sicurezza, non sono solo un fenomeno di paesi dove la democrazia è ancora in corso d’evoluzione se è vero che anche nella culla delle libertà civili, ovvero gli Stati Uniti, cominciano ad apparire situazioni simili.
A Los Angeles da mercoledì scorso è passata all’unanimità ‘un’ordinanza del consiglio comunale deliberante che ogni locale pubblico con almeno cinque computer deve ottenere uno speciale permesso della polizia ad operare, dopo aver assicurato l’installazione di videocamere, tolto le barriere laterali che assicuravano la privacy all’utilizzatore e proibire l’accesso ai minori negli orari di scuola.
Se i computer sono collegati a Internet e l’utente vuole affittarli a questo scopo per un certo tempo, preventivamente dovrà essersi fatto riconoscere con i dati presenti nei documenti d’identità dal gestore, registrandoli nella schermata di login.
Se in un locale la polizia dovesse trovare un ragazzino in età scolare intento a giocare ad un videogame (offline oppure online) tra le 8,30 e le 13,30 e dopo le 22, il titolare dell’esercizio perderà la licenza.
Lo stesso accadrà in altre aree periferiche come Diamond Bar, Santa Ana e Orange Grove. Da settembre la legge entrerà in vigore in queste aree.