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DOJ-Microsoft, accordo quasi fatto?

Microsoft e il Dipartimento di Giustizia avrebbero trovato un accordo per risolvere extragiudiziarmente il caso che ha messo sul banco degli imputati Redmond con l’accusa di esercizio illegale del monopolio.
La notizia, che non è ancora ufficiale e che trapela da alcuni ambienti vicini alla corte di giustizia che ha in mano le procedure legali, sta scuotendo il mondo dell’IT e della finanza con benefici effetti per la società  delle Finestre. Le indiscrezioni, infatti, riportate anche dal Washington Post parlano di termini piuttosto favorevoli nei confronti di Microsoft.
In particolare, rigettata ormai da tempo la testi secondo cui la società  di Gates sarebbe stata smembrata, le uniche imposizioni che verrebbero richieste sarebbero la richiesta di offrire sul mercato versioni di Windows che non contengono programmi in grado di nuocere alla concorrenza ed eliminare contratti che possano in qualche modo obbligare gli OEM ad acquistare le versioni di Winodows che li contengano. Obbligo da parte di Microsoft di rendere pubblico parti del codice sorgente delle sue applicazioni per Internet ma non quello di Windows. Queste norme varrebbero per cinque anni; successivamente, se Microsoft dimostrasse di averle rispettate, verrebbero cancellate.
Se le indiscrezioni si rivelassero esatte parrebbe prendere corpo il timore di alcune associazioni di consumatori che denunciavano un tentativo da parte del DOJ di trovare un accordo di basso profilo, il più possibile favorevole a Microsoft.
Ricordiamo che alcuni Stati che si oppongono a Microsoft hanno già  dichiarato che non avrebbero accettato accordi troppo favorevoli a Microsoft. La scorsa settimana due di essi hanno assunto un avvocato noto per avere ricoperto la parte dell’accusa nel caso Iran-Contras. Un segnale, secondo qualcuno, che il confronto potrebbe proseguire anche oltre l’accordo DOJ-Microsoft.
La data limite per trovare un accordo extragiudiziale volontario, fissato dalla giudice distrettuale Colleen Kollar-Kotelly, scade domani. Successivamente verrebbe nominato un mediatore ufficiale.
[A cura di Rudy Belcastro]

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