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Fallisce la banca online del videogioco Eve

àˆ stata la più grande rapina in banca della galassia. Ma è fallita. Il colpevole è stato assicurato alla giustizia interplanetaria. Tuttavia, i correntisti di tutto l’ammasso stellare non si sono ancora salvati dallo spettro del fallimento. Sembra la trama un po’ strampalata di un film di fantascienza di serie b che cerca di fare il verso alla cronaca delle grandi truffe finanziarie e della crisi mondiale di questi mesi, e invece è tutto vero, almeno nel mondo virtuale del gioco di rete Eve Online, in cui il direttore di una banca altrettanto virtuale è fuggito con la cassa, anche questa virtuale, che ha però convertito in soldi veri prima di darsi alla macchia.

Partiamo dall’antefatto: perché una banca virtuale? La risposta è semplice; per conquistare la galassia anche per gioco, serve una certa disponibilità  finanziaria: bisogna comprare l’astronave, l’equipaggiamento, le armi. Per questo serve una banca che, nel caso virtuale di Ebank, ha funzionato più che bene fino a quando il suo amministratore delegato non si è dato alla fuga con la cassa: 200 milioni di corone interstellari, che ha convertito in circa 1.500 euro, necessari alle cure mediche del figlio. La storia un po’ strampalata è emersa solo in queste ore, ma è accaduta a giugno nel mondo virtuale del gioco di ruolo Eve Online, a cui partecipano 300mila giocatori paganti (15 euro al mese), con lo scopo di colonizzare e conquistare la galassia. Come altri giochi, anche questo nel tempo ha costituito una sua economia “virtuale” di scambi, basati sulle corone interstellari, abbreviate in Isk, sigla che gioca con le “vere” corone islandesi, la valuta corrente del paese in cui i creatori di Eve hanno la residenza.

E i mercati di scambio dei beni nati dentro Eve, ben 66 differenti in cui vengono venduti più di 5mila differenti beni per un totale di un milione di transazioni al giorno, sono maturati talmente tanto da aver fatto nascere anche una industria del credito. Un’industria in cui Ebank, che nel tempo ha raccolto quasi 9mila miliardi di corone interstellari attraverso 13mila conti di seimila persone, era il pezzo pregiato. La banca, di proprietà  privata di alcuni giocatori, ha fatto il suo mestiere e cominciato anche a prestare soldi agli esploratori più avventurosi. àˆÂ stata la nascita da manuale di uno dei modelli di capitalismo classico, che non a caso viene studiato dagli economisti e dagli antropologi per capire quali siano le regole che strutturano i mercati veri e quali effetti possano avere piccole modifiche accidentali o provocate nella simulazione “in vitro” per magari proporle poi come soluzioni reali dei grandi mercati del mondo analogico.

Insomma, con Eve Online procedeva tutto come da manuale di capitalismo online. Almeno fino a quando uno dei suoi amministratori, conosciuto con lo pseudonimo di Ricdic, è fuggito con la cassa. Creando un putiferio: il board di Ebank ha congelato tutti i depositi, non prima che molti correntissi ritirassero la spaventosa cifra di 5.500 miliardi e che lo spettro del fallimento apparisse nei corridoi virtuali di Ebank. Ricdic, al secolo il ventisettenne australiano Richard (il nome non è stato rivelato), è stato anche espulso dal gioco. Non tanto per il furto (dato che le pratiche illegali nel mondo virtuale fanno parte del divertimento di sfidarsi tra consorterie avverse) quanto per il peculato, cioè la conversione illegale dei crediti in denaro sonante.

Adesso i giocatori guardano i governatori virtuali del gioco e si fanno domande importanti. I proprietari di Eve manterranno il distacco e lasceranno che il mercato faccia il suo corso, o cominceranno a stampare denaro virtuale per salvare la banca in difficoltà , come a suo tempo fece l’Islanda, che rischiò in questo modo il fallimento? La risposta potrebbe essere osservata anche e soprattutto da chi i mercati “veri” li frequenta, perché potrebbe predire future scelte degli organi internazionali e nazionali di protezione e coordinamento della finanza.

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