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Figli e figliastri

Una delle colpe di Apple? Il non comprendere che ci sono mercati al di fuori degli USA che hanno esigenze differenti da quello americano.L’opinione è di Yuji Tai, redattore di Japan@watch, un sito specializzato in tecnologie Apple ma che da qualche tempo ha iniziato anche a coprire eventi e notizie del mondo Windows. “Una scelta che ho attuato – dice Tai – dopo avere perso ogni speranza che Apple potesse rilasciare un portatile adatto al mercato Giapponese”. Sulla scorta di questa considerazione Tai confronta il mondo Mac e il mondo Win nel prendere in considerazione le esigenze dei propri utenti e conclude che dal ritorno di Jobs a Cupertino le cose sono migliorate sotto il profilo delle vendite, ma peggiorate nel comprendere che ciascuno dei mercati in cui la società  opera ha esigenze diverse.L’opinione di Tai si somma alle proteste, sempre più rumorose, di alcuni siti europei (in particolare inglesi) che hanno lamentato nei mesi scorsi “l’americano-centrismo” di Steve Jobs. In molti (e tra questi anche Macity), ad esempio, non hanno condiviso l’entusiasmo dei siti USA nell’accogliere la strategia Internet di Apple annunciata a San Francisco, utile in prevalenza a chi non ha costi di connessione e solo per chi parla l’inglese visto che a sei mesi di distanza i siti non sono ancora stati tradotti . Altri hanno lamentato e continuano a lamentare i ritardi se non la reticenza con cui Apple rilascia aggiornamenti importanti solo in lingua inglese o li certifica unicamente come compatibili con il system americano. Una discriminazione che parrebbe confermata anche dal fatto che alcuni privilegi continuano a restare esclusivamente riservati al pubblico americano. Ad esempio iMovie è disponibile per il download gratuito unicamente nella versione inglese. Tutto ciò mentre, notano alcuni critici, il mondo Windows compie ogni sforzo possibile, supportato anche dalle terze parti, per offrire localizzazione di hardware e software.Il futuro, sembra, dovrebbe essere più roseo per gli utenti della società  di Cupertino che forse compie alcune scelte per un taglio dei costi di ricerca e sviluppo. MacOs X dovrebbe essere “nativamente” internazionale ovvero consentire la scelta di lingue diverse direttamente dal pannello di controllo.

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