Apple a sorpresa sta per annunciare un accordo con le case cinematografiche per distribuire film da vedere sul computer. Almeno questo é quanto sostiente il sito Think Secret in un articolo pubblicato qualche ora fa.
Secondo la pagina web dedita alle indiscrezioni e che in passato ha avuto un discreto livello di affidabilità , Cupertino avrebbe finalizzato nei giorni scorsi un patto con quattro delle principali mayor americane, Disney, Paramount, Universal e Warner Bros, e il lancio del servizio sarebbe ormai imminente, al punto che potrebbe anche avvenire nel contesto della WWDC. La novità di maggior interesse é però che il servizio non seguirà lo schema usato per iTunes, ovvero i film non saranno acquistati e posseduti per sempre come le canzoni, ma saranno ‘a tempo’. In pratica, specifica Think Secret, quando un film sarà stato scaricato avrà un codice che specificherà il giorno al di là del quale cesserà di essere fruibile. Un’altra possibilità è che il film possa essere visto solo per un numero limitato di volte.
Se la notizia dovesse essere confermata ciò significherebbe una sconfitta delle posizioni di Steve Jobs che ha sempre sostenuto, almeno nel campo musicale, che i clienti non vogliono ‘affittare’ ma acquistare quello per cui pagano. Gli studios, scottati anche dall’esperienza delle case discografiche che avevano accettato questa posizione salvo poi scoprire che ora è quasi impossibile tornare indietro (tanto è vero che al rinnovo del contratto è stato proprio Jobs a vincere ancora), hanno sempre respinto la formula d’acquisto permanente, insisendo sul modello in affitto.
Da quanto riferisce Think Secret non sembra che inizialmente il servizio sia finalizzato ad una fruizione via un dispositivo portatile, quando ad un computer desktop o laptop. Un iPod per il video verrebbe rilasciato solo più tardi (forse al Macworld di San Francisco) quando saranno state superate alcune difficoltà tecniche.
Nel frattempo Cupertino affinerebbe il suo sistema distribuitivo (che passerebbe sempre via iTunes) estendendo gli accordi appena firmati ad altre case cinematografiche e, probabilmente, studiando anche un formula adeguata ad esportare anche fuori dagli Usa il negozio di film.