«I tizi della quota di mercato ‘mini-micro’», quelli invisibili sulla mappa del market share. Questa la definizione che Bill Gates ha dato nel corso della giornata di ieri di Apple. L’originale appellativo, che di certo non trasuda stima nei confronti dello storico avversario ma lascia, anzi, trasparire un po’ di supponenza, è emerso nel corso di un incontro che il fondatore della società delle finestre ha tenuto ieri con alcuni analisti finanziari.
L’occasione di parlare di Apple è stata offerta a Gates dalle domande dei presenti che hanno inevitabilmente proposto un confronto tra le recensioni eccezionalmente positive ottenute fino ad oggi da Tiger e gli sforzi di Redmond per cercare di accelerare il rilascio di Longhorn che nonostante il ritardo rispetto a Mac Os 10.4 e gli sforzi inumani non scivolare al di là degli ultimi mesi del 2006, sarà stato privato di buona parte delle novità più significative annunciate da un paio d’anni a questa parte.
Gates, a fronte dell’insistenza dei giornalisti, si è prima dichiarato lieto del fatto che l’attenzione che c’è intorno a Tiger lo rende ‘lieto’, perché ritiene positivo che ci sia interesse su un sistema operativo, salvo poi tirare una stoccata condita di umorismo acido (e in verità forse neppure troppo ben riuscito): ‘si può sempre sapere se si è di fronte ad un sistema operativo Mac o PC.
Per saperlo basta prendere una qualunque applicazione e vedere se gira’, lasciando intendere che la stragrande maggioranza delle applicazioni, Mac OS X ‘Tiger’ o no, non funziona al di fuori di Windows. «In fondo ‘ ha aggiunto Gates ‘ loro sono e restano quelli della quota di mercato ‘super-micro’»
Ricordiamo che solo alcuni giorni fa era toccato a Jobs lanciare battute al vetriolo su Microsoft e su Longhorn: «Continuano a copiarci spudoratamente ‘ aveva detto il CEO di Apple durante l’incontro con gli azionisti ‘, solo che non riescono neppure a farlo abbastanza velocemente. Noi presentiamo oggi quel che loro presenteranno alla fine del prossimo anno»