Il futuro del mondo dei PC è nei 64-bit. Ad indicare la strada è Bill Gates che ha parlato della tecnologia già presente nei PowerMac G5 nel corso dell’intervento che ha aperto la WinHEC, la conferenza mondiale degli sviluppatori hardware per Windows. Un discorso molto chiaro e appassionato quello del fondatore di Microsoft e dal quale è emerso tutto il supporto dell’azienda di Seattle a favore della transizione dal calcolo a 32-bit quello a 64-bit.
Secondo Gates: il passaggio al 64-bit è, addirittura, qualche cosa di «meraviglioso» e che rivoluzionerà in maniera radicale l’informatica e che Microsoft supporterà pienamente con Longhorn, il nuovo sistema operativo ancora in corso di sviluppo, ma che sarà implementato, anche se forse solo ancora in maniera limitata, da una prossima versione di Windows orientata a supportare i processori a 64-bit di AMD.
Secondo quanto dichiarato a margine della conferenza le previsioni di Microsoft sulla presa sul mercato del 64-bit sono oggi estremamente più ottimistiche di quanto non lo fossero anche solo poco tempo fa. Poco dopo il 2000 la maggior parte degli osservatori credevano che il calcolo a 64-bit avrebbe assunto un peso non prima del 2010, oggi Redmond pensa che sarà l’architettura dominante tra due o tre anni ma anche che comincerà ad avere un appeal di mercato anche prima, probabilmente tra un anno.
Per far sì che questa transizione produca benefici è però necessario non solo che il sistema operativo sia capace di supportare il 64-bit, ma anche che tutte le applicazioni e i driver siano convertiti alla nuova architettura. Un processo lungo e che in qualche caso imporrà la completa riscrittura del software, comprensibile, dunque, come Microsoft abbia lanciato già da oggi il suo incitamento a credere nella transizione e ad iniziarla al più presto possibile.
La transizione a 64-bit, oltre che produrre benefici per gli utenti che vedranno crescere le potenzialità di calcolo delle loro macchine, in grado di supportare quantità di memoria superiori a quelle possibili al 32-bit, è vista anche come un vantaggio per il mercato dei PC. La transizione architetturale ha le potenzialità per spingere ad un radicale rinnovo della base di installato mondiale e chi per primo riuscirà a cavalcare l’onda potrebbe essere in grado di spuntare profitti molto consistenti.
Ricordiamo che Apple è stata la prima azienda a lanciare un computer desktop con processore da 64-bit e un sistema operativo (Panther) compatibile con questa tecnologia. Nel mondo PC AMD propone da qualche tempo un processore a 64-bit che però non è ancora supportato da un sistema operativo compatibile. Intel, inizialmente molto scettica sul 64-bit, ha recentemente annunciato di avere accelerato i tempi per la transizione dei suoi processori alla nuova tecnologia. I primi chip per desktop in grado di compiere calcoli a 64-bit usciranno da Santa Clara, probabilmente, tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006, poco prima del lancio di Longhorn.