Il potere coercitivo di Microsoft nei confronti dei produttori di PC è ancora molto alto e continua a dipendere dalla sua capacità di imporre, con le buone o con le cattive, il proprio monopolio.
La seconda settimana del procedimento legale contro Redmond si è aperta ieri così come si era chiusa la prima, con la lettura di deposizioni scritte che mirano a mettere in luce come l’accordo con il DOJ non sia servito nel limitare lo strapotere sul mercato dei produttori di Windows.
A lanciare sospetti contro Microsoft è stato ancora una volta un manager di Gateway, uno dei più importanti produttori di PC, Anthony Fama.
Secondo Fama Microsoft ancora oggi premia i marchi più ‘fedeli’ con fondi destinati alla pubblicità , 10 dollari di sconto per macchina venduta con preinstallato Windows.
In aggiunta a questo le nuove norme di contratto stilate dopo l’accordo con il DOJ sono addirittura più sfavorevoli nei confronti degli OEM. Ad esempio Microsoft può chiudere un contratto dopo due avvisi di inadempienza mentre prima gli avvisi erano tre. I nuovi accordi prevedono anche che sia Microsoft a stabilire quanto un particolare produttore di PC può iniziare a distribuire nuove versioni di Windows. In precedenza i rilasci erano sempre contestuali.
E’ chiaro che in questo modo Microsoft, secondo Fama, è in grado di favorire uno specifico produttore a svantaggio di un altro.
Fama, che è anche apparso personalmente di fronte alla corte, rappresenta un teste particolarmente scomodo per Microft.
Gateway è infatti un rilevante cliente di Redmond che depone a carico. Fino a venerdì in tribunale erano apparsi solo concorrenti.