Non suscitano nè sorpresa nè entusiasmo gli sconti sui Cubi proposti (per ora solo ai clienti USA) da Apple. Secondo alcuni analisti la mossa, attuata per rilanciare le vendite del computer che ha avuto un’accoglienza piuttosto fredda da parte dei consumatori, non solo era prevedibile ma potrebbe avere anche un esito dubbio.
A suscitare qualche punto interrogativo sulla efficacia è la modalità dello sconto praticato con il rimborso di 300$ (più o meno 660.000 lire) solo a chi acquista un monitor Apple in bundle con il Cubo. Chi critica la decisione di Cupertino sostiene che non basta questa promozione a spostare i grandi numeri necessari per fare del Cubo un prodotto in grado di suscitare entusiasmo nei consumatori. “Una mossa utile – la definisce Timothy Deal, un analista di Technology Business Research Inc. nel corso di un’intervista a Maccentral – ma non decisiva”.
Le critiche, in particolare, si accentrano sul fatto che per avere diritto allo sconto i clienti devono acquistare un monitor Apple, aggiungendo un costo extra. Certo chi ha necessità di avere un sistema completo deve, comunque comprare un display ma probabilmente può ottenere uno sconto simile (o di poco inferiore) comprando un monitor non Apple. Va poi considerato anche che l’alternativa per avere uno sconto e non spendere cifre considerevoli è una sola: comprare un Cubo e un monitor Apple 17′. Se il cliente desidera un monitor più piccolo o (più probabilmente) più grande è difficile che si rivolga al cinema display da 22 o al flat da 15′, visti i loro costi superiori a quelli di un normale monitor CRT della stessa dimensione.
Molto più probabilmente, sostengono i critici, Apple avrebbe avuto un riscontro superiore se gli sconti fossero stati applicati in forma di ribasso di prezzo al listino, ma questa pratica non viene più utilizzata da anni da parte di Apple, tantomeno su un prodotto ancora relativamente nuovo come il Cubo.
Ricordiamo che al momento in cui scriviamo Apple non ha ancora introdotto gli sconti sul Cubo al di fuori degli USA dove i margini sui prodotti sono ancora più alti rispetto all’Europa. Nel vecchio continente Apple deve fare anche i conti con il superdollaro che rende poco competitive le merci americane.
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Gli sconti non entusiasmano
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