Potrebbe essere una brutta sorpresa per la più promettente matricola di tutti i mercati azionari mondiali. A poco, pochissimo dall’entrata in Borsa di Google, che si quoterà al Nasdaq e dalla cui discesa nel mercato si attendono volumi e liquidità mai viste prima, arrivano infatti notizie poco confortanti.
Facendo la gioia dei concorrenti della casa di Mountain View, primo fra tutti Microsoft, risulterebbe infatti che dal settembre del 2001 sino allo scorso giugno l’azienda avrebbe piazzato 23, 2 milioni di azioni ordinarie e 5,6 milioni di azioni speciali del suo capitale privato tra dipendenti, consulenti e altri partecipanti alla vita della società .
Questo potrebbe costituire una serie di violazioni delle complesse normative statunitensi, ancor più complesse quando una azienda è nel delicatissimo passaggio della quotazione in Borsa. In questo caso, infatti, per evitare che qualcuno possa trarre vantaggi ingiusti dalla quotazione approfittando di manovre illegali. In questo caso sarebbero coinvolti 1.105 tra dipendenti e consulenti della società , per i quali Google ha già chiesto di recedere dai contratti e riavere le azioni.
Non è impossibile che la vertenza venga spostata nelle aule di qualche tribunale statunitense e che tutto questo rallenti ulteriormente il processo di quotazione in Borsa, per il quale gli analisti attendono una “galoppata” sino al valore di 3,3 miliardi di dollari.