Come comprare una macchina e scoprire che si può usarla solo su una sola strada. Un destino che finirà per lasciare insoddisfatto, anzi, “incavolato” più di qualcuno tra coloro che sognano l’iPod. Questo il destino che, secondo Chirs Gorog, CEO di Napster, si profila per gli acquirenti del lettore di musica digitale di Apple.
Il sempre loquace ed esuberante (quando si tratta del servizio musicale di Apple) manager del negozio concorrente con quello della Mela, usa questa volta le colonne del giornale britannico The Guardian per le sue esternazioni.
Nel mirino, dopo il prezzo dell’iPod, le scelte commerciali di Apple sulla musica digitale, c’è questa volta il formato AAC, giudicato foriero di un’esperienza “poco confortevole perchè incatena gli utenti ad un’esperienza che non possono abbandonare ed elimina la possibilità di scelta”. Il riferimento è all’impossibilità di usare AAC con i normali player MP3 e all’impossibilità di usare iPod di usare altri formati. Questa scelta strategica, che vincola gli acquirenti di iPod ad acquistare musica sullo store di Apple (e rende impossibile l’acquisto da Napster per utilizzarla su iPod), riduce l’acquirente “al ruolo di chi acquista una macchina e scopre di poterla usare solo su una strada.
Penso – dice Gorog – che quando i consumatori comprenderanno questa situazione saranno abbastanza “incavolati” (ma il termine inglese utilizzato dal CEO di Napster è anche più colorito)”.
Gorog, pur essendo nella poco comoda posizione di chi gestisce un servizio di musica on line che vende canzoni non in grado di funzionare sul più popolare dei lettori MP3, di dimostra fiducioso sul futuro di Napster favorito dal modello di acquisto “misto” (abbonamento e “a la carte”), dalla forza del marchio e dal formato utilizzato “che presto sarà universale”.