Il supercomputer, realizzato con 1100 G5 biprocessore, dell’università di VirginiaTech è ora al terzo posto nel mondo per potenza di calcolo.
Il cluster, ormai familiarmente denominato, al pari del noto panino di McDonald’s, ‘Big Mac’, ha sommato 9,6 teraflops, 9.600 miliardi di operazioni al secondo superando il cluster Linux dei Lawrence Livermore National Laboratory. Il precedente computer terzo al mondo, formato da 2,304 chip Xeon da 2.4GHz, gira a 7.6 teraflops.
Il sistema composto dai G5 è ancora in fase di ottimizzazione delle prestazioni che, teoricamente, potrebbero raggiungere i 17,6 teraflops. La velocità teorica è però impossibile da raggiungere ma i 9,6 teraflops attuali del cluster Mac potrebbero essere ancora migliorati.
Ben difficilmente però la macchina di Virginia Tech non potrà arrivare ad insidiare le prime due posizioni. Al vertice si trova un sistema assemblato da NEC, l’Earth Simulator che tocca, grazie a 5000 processori, i 35,61 teraflops. Al secondo posto si trova l’ASCI Q supercomputer, che viaggia a 13.8 teraflops. In ogni caso le prestazioni della macchina realizzata con computer Apple è più che adeguata nel rispondere alle esigenze di Virginia Tech.
L’università americana si proponeva di costruire un supercomputer che entrasse a fare parte dei primi cinque al mondo spendendo una cifra abbordabile per le finanze dell’ateneo. Per questo sono stati esclusi gli Itanium 2, troppo lenti, e gli Opteron, troppo cari.
La classifica ufficiale dei computer più veloci al mondo verrà resa nota il 15 novembre alla Supercomputer Conference 2003, che si terrà in Arizona.