Il PowerPC, il chip Risc nato da tecnologie IBM e dalla “santa” alleanza Apple-IBM-Motorola non ha un futuro. Per questo, dopo che Apple ha lasciato, bisogna ripensarlo e rilanciarlo. Freescale (la divisione chip che è stata scorporata dalla casa madre Motorola) e IBM stanno cercando di studiare una nuova strategia per i chip PowerPC che permetta loro di conquistare mercati e posizioni di successo.
La prima mossa è l’interoperatività : IBM e Freescale hanno deciso che i loro prodotti dovranno essere assolutamente compatibili tra loro e permettere di effettuare trasferimenti di codice da una piattaforma all’altra in maniera totalmente trasparente. Per raggiungere questo risultato, Freescale ha “sposato” la comunità Power.org di Ibm, diventando (potenza del marketing e di un forte contributo economico donato all’organizzazione) “membro fondatore” nonostante questa esista già da quasi due anni.
Inoltre, come peraltro era già stato annunciato in passato, l’ambizione soprattutto di IBM è quella di rendere la scala di utilizzo dei processori Power sempre più ampia: dal server all’automotive. La considerazione è che sia necessario realizzare sistemi per il maggior numero di piattaforme possibile perché oramai l’innovazione non passa più attraverso il Personal Computer ma su altri generi di posizioni. Ibm è ottimamente posizionata in ambito server e supercomputer, mentre Freescale ha una forte presenza nel settore automotive.
Il numero di processori utilizzati ad esempio da Mercedes e BMW nei loro veicoli di maggior prestigio è impressionante e sta dando luogo a un fenomeno di convergenza e razionalizzazione che probabilmente nei prossimi anni farà colmare il gap esistente da quel punto di vista rispetto ad esempio all’elettronica di consumo.
Né Freescale né IBM hanno annunciato una particolare roadmap di prodotti futuri, riservandosi semplicemente di lanciare il sasso e far capire al mercato che “intendiamo fare sul serio”, come ha detto il Ceo di Freescale, Michel Mayer.