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Il lato grigio del Mac

State collegati. Tra breve arriverà  anche una versione per Mac”. E’ bastato questo breve messaggio sul sito di Napster, il software che consente di cercare, scambiare e riprodurre files in MP3, a scatenare la fantasia degli utenti Mac americani. L’annunco che a breve sarebbe arrivata una versione per la nostra piattaforma del software più desiderato e ricercato del momento significa per i molti studenti che nei campus americani usano i computer della Mela una sorta di “riammissione in società “. Proprio le università  e i college, infatti, sono il regno di Napster, che sta ai files MP3 così come HotLine sta ai files delle applicazioni. L’uno come l’altro ha funzionalità  innovative ed estremamente potenti che possono essere indifferentemente utilizzate per fini perfettamente legali oppure molto meno legali.
Nel caso di Napster gli utenti, infatti, possono lanciare il programma, chattare on line, vedere le reciproche collezioni di files in MP3, riprodurre le canzoni e scambiarsi files. Tutto questo è il paradiso di chi colleziona MP3 ma l’incubo degli amministratori di rete delle università , che hanno a che fare con una banda permanentemente intasata dall’enorme traffico che genera la riproduzione in stream di files MP3, e delle case discografiche e delle band di tutto il mondo. I Metallica, ad esempio, hanno recentemente querelato il produttore di Napster, un diciannovenne americano Shawn Fanning, con l’accusa di avere favorito la pirateria dei dischi della band. Con loro anche l’associazione americana delle case di produzione audio che intende chiedere miliardi di dollari in riparazione per il software copiato. Ma le minacce non hanno fermato la diffusione di Napster che ha una base fedelissima di utenti, tanto fedele da avere scardinato il sito dei Metallica collocando un invito alla band a “lasciare perdere Napster”.
Da tutto questo, fino ad oggi, gli utenti Mac erano quasi esclusi. Macster, una sorta di clone Mac di Napster, ha infatti le stesse caratteristiche di ricerca di Napster ma manca della capacità  di riproduzione dei files. Questo gap dovrebbe, per fortuna o putroppo, a seconda dei punti di vista, ben presto essere colmato grazie ad una versione Mac del prodotto originale.
Ancora più preoccupazione, od eccitazione, anche qui a seconda dei punti di vista, dovrebbe suscitare la notizia che sul mercato è arrivata anche una versione Mac di Gnutella.
Gnutella (che nel nome tradisce una passione da parte del “padre” per la nota crema di cioccolato della Ferrero, piuttosto popolare anche in USA), è una sorta di Napster all’ennesima potenza. Gli utenti, infatti, non solo possono scambiarsi file audio, ma anche video, immagini e testi. Il tutto con quasi zero possibilità  di essere individuati visto che la connessione non passa per un server, ma da utente ad utente collegando i gruppi in una sorta di catena informatica.
Il rischio, forse ancora più grande rispetto a Napster è che oltre che files audio e video copiati illegalemente da Gnutella possa passare anche pornografia infantile rendendo estremamente difficile individuare le fonti.
L’aspetto paradossale del dilagare di Gnutella è che il suo codice sorgente è opera di Nullsoft, una società  correlata ad America On Line che ora controlla case di produzione musicale, video e cinematrografiche. Una volta realizzato il potenziale di Gnutella, Nullsoftt ha dismesso il prodotto che però è stato oggetto di un proceso di reverse engineering ed ora è nelle mani della comunità  open source e può essere facilmente modificato e implementato per renderlo sempre più efficiente. Quando questo possa essere un vero progresso per gli utenti di Internet resta tutto da vedere.

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