Il Venezuela migrerà tutta il sistema informatico governativo su Linux. Un decreto in questo senso è stato pronunciato a fine dicembre dal presidente Hugo Chavez. Il ministero della scienza e tecnologia entro tre mesi predisporrà il piano di migrazione che dovrà essere completato entro due anni.
La scelta del Venezuela è la più radicale dell’intera america Latina dove pure esistono forti spinte verso l’open source a livello governativo. Il Brasile ad inizio anno aveva già attuato scelte in questo senso, in Argentina esiste un forte movimento di base per l’utilizzo di Linux (il 42% delle imprese usa il sistema operativo del Pinguino), ma nessuna nazione aveva mai disposto per legge in ambito governativo la migrazione dai sistemi operativi proprietari verso quelli di libero utilizzo.
Secondo quanto riferito il Venezuela, che ha un’industria petrolifera molto sviluppata e di proprietà del governo e un sistema infrastrutturale di proprietà statale tra i più complessi del continente, potrebbe risparmiare annualmente 7,2 milioni di dollari in licenze. Nell’ambito della scelta esistono anche motivazioni pratiche visto che l’open source consente di localizzare e modificare liberamente il software senza dipendere dalle scelte del produttore