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Indiscrezioni su Intel, c’é Apple dietro?

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La fonte dell’indiscrezione sui colloqui tra Apple ed Intel per l’uso dei processori sarebbe da cercare a Cupertino che lo starebbe utilizzando per fare pressione su IBM. Questo il sospetto avanzato dall’edizione on line di Forbes che dedica un articolo all’argomento.

Il giornale economico, se da una parte ritiene infatti poco probabile per diverse ragioni, non ultime quelle tecniche, la possibilità  (lanciata dal Wall Street Journal, di cui pubblichiamo qui a lato una scansione) che Apple possa passare ad Intel, crede non sia affatto da escludere l’ipotesi di un sondaggio attuato dai dirigenti della società  della Mela, alla luce dei lenti progressi che IBM e Freescale stanno compiendo in fatto di prestazioni dei processori.

Le ragioni dei ritardi, in particolare per quanto riguarda IBM che aveva promesso, senza riuscire a mantenere i propositi, un PPC da 3 GHz alla fine dell’estate del 2004, sarebbero nelle energie profuse nello sviluppo dei processori per le console (Xbox, PlayStation e Game Cube) che hanno determinato un ritardo sul fronte dei PPC per Apple. Una situazione che avrebbe fatto letteralmente infuriare Jobs “e quando Jobs è davvero infuriato – ha detto Kevin Krewell di Instat/MDR – non si può escludere nessuna mossa”

Ma anche se davvero Jobs, preda dell’ira, si fosse rivolto ad Intel, sussisterebbero poche speranze che l’ipotesi possa andare in porto. In primo luogo l’ostacolo sarebbe tecnico. Nonostante il porting del sistema operativo sia oggi meno difficoltoso di un tempo, restano ostacoli importanti quale le prestazioni e la conversione del codice AltiVec. Per non parlare delle applicazioni che dovrebbero essere, per la terza volta dopo il passaggio da 68X a PPC e da Mac OS Classic a Mac OS X, riscritte. In secondo luogo esisterebbe, secondo Forbes, una ragione “logistica” determinata dal peso contrattuale di Apple, assai inferiore a quello di case come Dell e HP che usando Windows e controllando una quota di mercato di 10 volte superiore rispetto a quella di Apple, potrebbero ottenere ottimizzazioni hardware che Intel non potrebbe fornire ad Apple.

Ma allora perché Cupertino avrebbe avvicinato Intel o, meglio, restando più aderenti alla realtà , perché una indiscrezione su questo argomento? La risposta di Forbes è semplice: la voce serve ad Apple per fare pressione su IBM, obbligare Big Blue ad accelerare i tempi, spingere il partner ad una maggiore dinamicità . Se anche, infatti, l’ipotesi di un processore Pentium fosse distante mille miglia e se anche ci fossero ostacoli insormontabili, la sola voce, per giunta pubblicata da un’€™autorevole fonte come il Wall Street Journal, è più che sufficiente a mettere sotto pressione il dipartimento di ricerca e sviluppo di IBM, obbligandolo ad accelerare i tempi.

Il polverone, sospetta Forbes, in definitiva tornerebbe in ogni caso utile che potrebbe essere stata la stessa società  di Cupertino a lasciare trapelare, vere o no che siano, le voci su Intel. Lo stesso sospetto di mossa orchestrata dalla stanza dei bottoni di One Infinite Loop, viene avanzato da Kevin Krewell, di Microprocessor Report sul Mercury Times secondo cui Apple avrebbe cercato di ottenere “attenzione dai media e sottolineare come si sentano poco considerati da parte di IBM”

In realtà  esisterebbe anche una terza ipotesi, oltre a quelle che percorrono la via del reale passaggio ad Intel e quella del ballon d’essai mediatico e che, per ora, pochi paiono tenere in considerazione ma che altri siti, quale il nostro, hanno messo in conto fin da subito: l’adozione di chip Intel per prodotti che non sono computer, ma dispositivi di differente tipologia, come iPod multimediali o Tablet PC. Intel in questo ambito dispone dei più potenti processori del mercato, gli Xscale. E se fossero questi i chip che Apple, come dice il Wall Street Journal, di appresta ad impiegare?

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