Intesa Consumatori. che riunisce sotto un’unica sigla ADOC, Adusbef, Codacons e Federconsumatori contesta la tariffazione attiva in Italia:
“Inutili scatti alla risposta, aumenti dei prezzi degli sms (15 centesimi di euro l’uno mentre in Francia il loro prezzo è sceso a 9 cent ), servizi inutili, promozioni truffaldine, chiamate ai telefoni fissi a prezzi da capogiro, loghi e suonerie che rappresentano solo l’ultimo business della telefonia mobile. Ma non finisce qui. Vi è anche la vergogna del roaming internazionale, già denunciato dall’Intesa alla Commissione Europea, con tariffe misteriose e assenza di trasparenza sui costi a carico degli utenti italiani che vanno all’estero e che vogliono utilizzare il telefonino, e il business della number portability, con i gestori che trattenevano i crediti residui di chi cambiava compagnia e le enormi difficoltà per conoscere il gestore a cui appartiene un numero da chiamare.”
Lo sciopero consiste nello spegnere il proprio telefonino dalle ore 12 alle ore 14 di giovedì 15 Luglio: nessuna telefonata effettuata e ricevuta, nessun sms spedito, nessun mms inviato o ricevuto.
Se l’iniziativa avrà successo si prevede un minor introito per le compagnie di 500 milioni di euro, ma soprattutto un chiaro avvertimento sull’indisponibilità degli utenti a sopportare una tariffazione confusa e dei costi particolarmenti alti.
Intesaconsumatori ha inoltre elaborato delle interessanti stime sulle spese telefoniche degli italiani, riferite alla telefonia mobile: ogni cittadino spende in media dai 4 ai 5 euro al giorno attraverso il telefono cellulare. Ma di questi solo una quota che va da 1,5 a 2 euro sono soldi effettivamente spesi per secondi reali di telefonate utili. Tutto il resto è assorbito da scatti alla risposta, arrotondamenti strani, sms non indispensabili, mms, richiamate a soggetti che avevano trovato il telefono spento o non raggiungibile, richiamate per linee che cadono…