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La musica in affitto non funziona

Il servizi di affitto di musica digitale, quale quello praticato da Napster, non hanno presa sul mercato. A ripetere il “mantra” che Steve Jobs porta avanti da qualche tempo non è uno dei tanti manager di Apple nel corso di una presentazione di iTunes, ma il CEO di EMI, ovvero una delle principali case di produzione musicale al mondo.

La bocciatura giunge nel contesto di una intervista rilasciata alla Reuters. “Pensavamo che il servizio in abbonamento – dice Eric Nicoli, presidente di EMI – potesse avere un grande successo. Ma così non è stato”. La delusione, seppure EMI non scenda nel dattaglio, pare riferirsi alla capacità  di servizi come Napster o Rhapsody di competere con Apple. E non sembra le prospettive siano positive anche per la musica che viene acquistata via telefono. “In quell’ambito – dice ancora Nicola – siamo all’anno zero”

Napster o no, musica via telefono o no, la società  di Nicoli crede comunque nella musica digitale al punto che entro il 2010 il 25% del fatturato di EMI dovrebbe essere prodotto proprio dalle canzoni acquistate su Internet. A quel punto la musica digitale potrebbe essere la chiave determinante per invertire la tendenza al ribasso del fatturato nel campo della musica in genere e riportare il settore, afflitto da anni di costanti ribassi, di nuovo alla crescita.

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