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Legge Drm francese, il Senato vota “per Apple”?

La legge francese che dovrà  regolare il commercio di musica on line e la tutela del copyright potrebbe essere completamente stravolta prima dell’€™approvazione finale e vedere cancellata la parte che avrebbe imposto ad Apple (e ad altri operatori che vendono musica on line) di rendere universale il sistema di protezione dei diritti digitali. A renderlo noto sono alcuni siti francesi che citano le revisioni apportate al testo di legge durante il passaggio in commissione al Senato, dove sta per essere votata.

Le variazioni più significative ed influenti sono state introdotte nell’€™articolo sette, quello che determinava proprio la possibilità  per chiunque di richiedere al proprietario del sistema Drm (digital right management) la pubblicazione delle informazioni sulla tecnologia così da rendere le canzoni eseguibili su qualunque player. Il senato francese avrebbe stabilito che la decisione in merito spetterà  di una commissione tecnica. In aggiunta a ciò il richiedente che otterrà  dalla commissione il permesso di modificare il Drm dovrà  garantire che la nuova versione sia ugualmente protetta, dovrà  versare i debiti diritti al titolare del Drm (nel caso di iTunes, Apple), e rispettare l’€™efficienza e l’€™integrità  delle misure di tutela dei diritti digitali. Infine il titolare del Drm può revocare il diritto concesso ad usare il sistema di protezione se la nuova versione dovesse dimostrarsi pericolosa per la sicurezza e l’€™efficienza del Drm.

I sostenitori della legge, che nella prima lettura di fatto avrebbe permesso a chiunque di ‘€œaprire’€ un Drm per rendere la musica riproducibile su qualunque lettore Mp3 indipendentemente dal produttore, criticano pesantemente le modifiche sottolineando come si sia di fronte ad un vero e proprio stravolgimento che cancella lo spirito iniziale della legge. In pratica, dicono che la nuova legge una volta approvata non cancellerà  il ‘€œcosto sociale’€ dei Drm, lasciando intatto il potere dei titolari dei sistemi di tutela dei diritti digitali.

Da parte loro le società  che si occupano di commercio on line, le case discografiche e di produzione cinematografica e i detentori delle tecnologie avevano lanciato messaggi preoccupati a fronte di una norma che, se venisse approvata anche dal senato nella forma con cui era passata alla camera, avrebbe spinto molti di essi a lasciare il mercato francese. Tra i timori, oltre all’€™indebolimento dei sistemi di Drm e alla perdita di controllo sulle tecnologie di protezione, anche il fatto che anche altri paesi dell’€™Unione Europea, seguendo l’€™esempio d’€™oltralpe, avrebbero potuto approvare leggi simili.

La modifica della legge, secondo i media francesi, sarebbe frutto di una pesante operazione lobbistica portata avanti dal colosso multimediale Vivendi Universal (che opera nel campo cinematografico, musicale e dell’€™intrattenimento multimediale e digitale) e di Thomson, società  nata in Francia ma ora divenuta una multinazionale, che detiene diversi brevetti e che ha importanti interessi nel campo.

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