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L’informazione combatte lo spam

Uno studio commissionato da Symantec a InsightExpress, rivela che si sta diffondendo fra i consumetoriutenti una crescente consapevolezza dei problemi provocati dallo spamming. In particolare, gli oltre 1.000 utenti intervistati hanno dimostrato una maggiore conoscenza delle tecnologie anti-spam esistenti rispetto a quanto rilevato nell’autunno precedente. La ricerca ha, tuttavia, messo in luce la necessità  di accrescere ulteriormente consapevolezza del problema al fine di minimizzare il rischio che gli utenti possano essere sommersi da messaggi pubblicitari indesiderati tanto a casa quanto in ufficio.

Per misurare la comprensione del fenomeno da parte degli utenti e la loro conoscenza di queste pressanti problematiche, Symantec ha confrontato i risultati dello studio effettuato ad aprile 2003 con i dati raccolti da uno studio effettuate nel settembre 2002. Dal confronto è emerso che, mentre la quantità  di messaggi spam ricevuti dagli utenti è rimasta invariata, è cresciuta, invece, la conoscenza dei tool anti-spam esistenti. Ad esempio, se nel settembre scorso il 42% degli intervistati dichiarava di non disporre di alcun filtro anti-spam, ad aprile tale valore è calato al 31%. Ciò nonostante l’indagine ha rivelato la necessità  di una promozione più massiccia della conoscenza del fenomeno da parte degli utenti, i quali spesso reagiscono in maniera inappropriata finendo per accrescere, invece che ridurre, la loro esposizione alla minaccia. Ad esempio, il 30% circa degli intervistati ha affermato di reagire ai messaggi richiedendo di essere rimossi dagli elenchi degli spammer. Purtroppo, secondo la FTC (Federal Trade Commission) e numerosi esperti nella sicurezza Internet, tra cui anche Symantec, rispondere ai messaggi spam significa veder crescere ulteriormente il numero di email indesiderate ricevute, in quanto la semplice azione di risposta rappresenta per gli spammer la conferma dell’effettivo funzionamento dell’indirizzo email dell’utente. Uno studio condotto recentemente dalla FTC per verificare in quale misura gli spammer rispettino la selezione dell’opzione “remove me” o “unsubscribe” da parte dei destinatari dei messaggi, ha rivelato che nel 63% dei casi tale richiesta non è stata rispettata.

La ricerca commissionata da Symantec nel mese di aprile ha evidenziato anche come le lamentele e le preoccupazioni degli utenti riguardo il fenomeno delle email indesiderate varino in accordo con l’evolversi della minaccia. Ad esempio, secondo il 39% degli intervistati il principale inconveniente causato dagli spam è “il tempo necessario per rimuovere i messaggi o per farsi eliminare dagli elenchi degli spammer”, il 30% ha indicato come giugnore problema il contenuto offensivo dei messaggi, mentre il 19% ha sottolineato i timori per la violazioni della privacy e delle informazioni personali.
La natura ingannevole degli spam è stata posta in risalto anche dallo studio della FTC, il quale ha rivelato come il 100% degli indirizzi email inseriti nelle chat-room dalla Commissione a scopo di verifica abbia ricevuto messaggi il cui contenuto era totalmente estraneo alla natura dei siti. L’86% degli indirizzi inseriti all’interno di newsgroup e pagine Web ha ricevuto messaggi indesiderati, così come il 50% degli indirizzi pubblicati su servizi gratuiti di pagine Web personali e il 27% degli indirizzi pubblicati su message board.

La privacy è un’altra fonte di crescente preoccupazione. Secondo la FTC, uno studio condotto recentemente dalla società  di ricerche di mercato Radicati Group valuta che il 32% dei 7,3 miliardi di messaggi email inviati siano spam e che tale valore sia destinato a crescere sensibilmente in futuro.

“I crescenti volumi di spam hanno incrementato anche il numero di frodi tentate via Internet”, si legge nel rapporto della FTC, che annuncia la prossima creazione di un forum pubblico sulle email indesiderate. “Nonostante non tutti gli spam siano fraudolenti, coloro che perpetrano frodi non potevano non apprezzare la capacità  di Internet di contattare rapidamente milioni di consumatori a costi estremamente contenuti”. Ad esempio, l’acquisto di prodotti promossi attraverso messaggi spam comporta notevoli rischi, tra cui l’acquisto di prodotti contraffatti o difettosi, la vulnerabilità  delle informazioni personali riservate e la sottrazione dei dati relativi alle carte di credito.

Gli spam vengono utilizzati anche per attirare gli utenti ignari all’interno di siti contenenti virus, programmi spia o altro codice pericoloso. Ad esempio, lo scorso anno una società  specializzata in contenuti per adulti ha creato un Trojan Horse che indirizzava gli utenti ai propri siti Web pornografici. Gli utenti venivano indotti ad accettare il programma tramite un messaggio email che prometteva l’invio di una cartolina di auguri elettronica.

Symantec ha pubblicato sul proprio sito web una guida che illustra i vari accorgimenti per salvaguardare la privacy ed evitare di esporsi all’invio degli spammer.

[A cura di Mauro Notarianni]

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