Secondo il capo della divisione per la produzione di microchip, Susume Koike, “entro i prossimi due anni prevediamo una crescita in doppia cifra, circa il 15 o 16%”
La previsione, ottimistica soprattutto perché indicherebbe la definitiva uscita da un periodo di stagnazione della domanda di semiconduttori, è articolata anche dal punto di vista del fatturato dell’azienda. Per la chiusura dell’anno fiscale, fissata il prossimo 31 marzo, Matsushita prevede 500 miliardi di yen, pari a 4,75 miliardi di dollari, per le vendite dei semiconduttori.
Si tratta di una cifra importante anche se relativamente piccola rispetto al fatturato complessivo del gruppo industriale (il primo in Giappone) che è stimato intorno ai 7450 miliardi di yen.
La strategia chiave per far ripartire il mercato dei microchip è racchiusa all’interno di una sigla, LSI, cioè “large scale integrated”, una piastra di silicio di alto livello che può essere utilizzato per molteplici funzioni tutte contenute nel chip: dalla gestione di registratori Dvd e console per video games, fino ai sensori di immagine delle macchine fotografiche digitali e delle videocamere.
Proprio nel settore dei chip per le fotografie digitali destinate ai telefonini, Matsushita ha appena rilasciato un sensore Ccd da 1,3 megapixel e prevede di arrivare a due mliioni a marzo.
Tra i maggiori competitor in questo mercato, ci sonoToshiba, Sanyo e Sharp, ciascuno con il controllo di circa il 15% del mercato nel suo complesso.