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Microsoft annuncia: è (quasi) pronta la beta di Longhorn

Abbiamo già  scritto varie volte del ritardo con il quale Microsoft sta realizzando Longhorn, la prossima generazione di Windows, e del numero di funzionalità  che sono state escluse per cercare di rispettare la tabella di marcia costruita in maniera “emergenziale”. Siamo stati anche criticati per questo, perché il dibattito che è stato portato avanti da molti, non solo difensori d’ufficio di Microsoft, è stato relativo al valore dell’innovazione e alla sua velocità .

Cosa serve, è stato detto, avere una versione nuova del sistema operativo ogni 18 mesi? Evidentemente a poco, se si considera la strategia di Microsoft per Longhorn: meglio un sistema operativo da aggiornare eventualmente con i service pack (Redmond ne ha rilasciati due per Xp, il secondo dei quali con un “filtro” che scade tra pochi giorni e creerà  non pochi mal di testa agli amministratori di sistema delle reti aziendali più grandi in cui ancora non si è provveduto a testare tutte le applicazioni in termini di compatibilità  con Sp2) che non una gara alla nuova versione fine a se stessa.

Il problema così, tuttavia, è mal posto. Apple ha realizzato un nuovo sistema operativo, frutto di un lunghissimo periodo di gestazione e di scelte anche contraddittorie all’inizio (dettate dal contemporaneo momento di cambio al vertice dell’azienda, nella seconda metà  degli anni Novanta) che però si sono coordinate e hanno portato avanti un piano coerente. Dal primo MacOsX all’attuale Tiger, si sono registrati una serie di fattori costanti: miglioramenti del sistema, maggior velocità  e stabilità , nuove funzionalità , innovazioni non presenti sul mercato. Da 10.1.5 a 10.2 il sistema operativo di Apple ha raggiunto la “maturità ” e da 10.2 a 10.4 sta producendo versioni che non hanno paragone diretto l’una con l’altra da un punto di vista tecnologico e che non hanno neanche diretti concorrenti sul mercato.

Apple e Microsoft, per esempio, hanno cominciato insieme a studiare il problema dell’organizzazione dei dati e della creazione di un recipiente contente dei “meta-dati” dei file presenti nel computer per favorire una differente modalità  di ricerca della conoscenza archiviata nella propria macchina. Microsoft ancora non è in grado di portare la soluzione su Xp e neanche in prospettiva su Longhorn. Apple la introduce col nome di SpotLight con Tiger.

Il modello scelto da Microsoft è quello di creare una profonda innovazione, una vera e propria discontinuità , sempre più distanziata dalla precedente o dalla successiva. Serve come sappiamo ad alimentare l’alleanza “Wintel”, Microsoft-Intel, che nel tempo ha utilizzato questa strategia per far crescere il mercato stabilendo ritmi serrati di sostituzione hardware per sfruttare nuove soluzioni software sempre più complesse e potenti. Adesso il ritmo rallenta, anche perché il grado di soddisfazione per le versioni precedenti di Windows (W2000 e Windows XP) fa concorrenza e chiude il mercato al rilascio di nuove versioni del sistema operativo.

Il modello scelto da Apple, di collaborare alla stabilizzazione progressiva del sistema operativo creando un inedito ciclo industriale di aggiornamento in cui il software – diventato una importante risorsa per la casa di Cupertino – si paga ma in cambio si ottengono un ampio numero di nuove funzionalità  (alcune invisibili, altre sostanziali, in generale comunque, un buon affare) va invece nella direzione assolutamente opposta.

Questa estate Microsoft dovrebbe presentare la prima beta di Longhorn, una versione cioè funzionante del sistema operativo e non una “maschera” poggiata su WindowsXP e in buona parte sotto emulazione come sono state le prime versioni preliminari mostrate sino ad ora. Quel che Microsoft ci si aspetta che ci voglia far vedere è che Longhorn esiste, funziona ed è in grado di camminare sulle sue gambe. Poi, i miglioramenti, i cambiamenti e altre scelte simili verranno prese entro la fine del 2006, tempo massimo per il rilascio annunciato da Bill Gates stesso.

Il momento è importante perché il prossimo ventinove aprile – quando MacOs X Tiger sarà  sugli scaffali ufficialmente – sarà  anche l’inizio del periodo di massimo distacco inflitto da Apple a Microsoft. L’uscita della beta lo ridurrà  e poi il cammino giocherà  fondamentalmente in favore di Longhorn, sino agli immaginabili e prevedibili festeggiamenti (studiati dal marketing di Redmond) per l’uscita ufficiale del figliol prodigo di Bill Gates.

Questo non vuol dire, però, che prima non si faccia in tempo a vedere anche un MacOs X 10.5…

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