Il responso finale sull’applicabilità del patto di mediazione tra Microsoft e i privati non si avrà che dopo la metà di gennaio. Il giudice Motz ha infatti annunciato ieri che il caso dei termini dell’accordo andrà avanti almeno fino al 10 di gennaio smentendo le voci secondo le quali già entro la giornata di oggi sarebbe potuto arrivare il pronunciamento.
La decisione di posticipare il decreto sarebbe stata dettata dalla necessità di prendere in esame un numero di documenti assai maggiore rispetto a quello previsto. Sarebbero stati infatti moltissime le realtà del mondo dell’industria, rappresentanti di associazioni e normali cittadini che hanno presentato la richiesta di essere ascoltati in merito per presentare la loro opinione.
In aggiunta a questo, secondo molti esperti legali, il giudice sarebbe intenzionato a spingere Microsoft e i legali ad un nuovo accordo di mediazione, differente da quello adottato e per questo concederebbe più tempo.
Tra i più radicali oppositori all’accordo proposto da Microsoft c’è anche Apple che propone che Redmond non paghi quanto deve in software ma in denaro contante. Anche gli avvocati dello stato della California, tra i più influenti, hanno chiesto una modifica in questo senso.
Se l’accordo restasse quello attuale Microsoft in cambio della sospensione delle cause fornirebbe un miliardo di dollari in software e hardware alle scuole americane. Il che, secondo i critici, più che una punizione sarebbe un premio permettendo ai produttori di Windows di incrementare la penetrazione sul mercato didattico.
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Microsoft contro i privati, il giudice si pronuncerà a metà gennaio
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