Sono questa volta 521 i milioni di dollari che Microsoft deve ad Eolas per aver perso una causa a Chicago.
Michael Doyle assieme a due suoi colleghi dell’Università della California (David Martin e Cheong Ang) avevano studiato una tecnologia che permetteva l’accesso alle parti interattive nelle pagine web (tipo i giochi di solitario o mappe interattive di una città ) e questa, nel 1994, fu la base per concretizzare Eolas, l’azienda di Doyle, che ne doveva commercializzare le risorse.
Tanto piacque questo sistema anche a Microsoft che lo integrò in Internet Explorer, poi inglobato in milioni di copie di Windows… peccato che questa innovazione non era frutto dei suoi sviluppatori e che questi chiesto permessi e tantomeno pagato i diritti ai tre sviluppatori che la originarono.
Eolas dice che Microsoft si prese il loro brevetto “di una tecnologia rivoluzionaria, fondamentale e soprattutto ben funzionante” per competere adeguatamente con Netscape Navigator che appariva più avanti in quel settore all’epoca.
Ieri un giudice di Chicago ha sentenziato che Microsoft non ha rispettato i brevetti di Eolas e ha condannato Microsoft al pagamento di 521 milioni di dollari, che è ancora un buon compromesso per il produttore di Internet Explorer, dato che Eolas aveva chiesto ben 1,2 miliardi di dollari di risarcimento, motivato da una royalty di 3,5 dollari per copia dal novembre 1998 a tutto settembre 2001.
Microsoft ha già annunciato che ricorrerà in appello sostenendo la tesi che le tecnologie integrate in Internet Explorer sono differenti da quanto specificato nel brevetto # 5.838.906 del 1998.
Nota a margine: Eolas ha “inventato” il simbolo stilizzato di “e” ancora presente nel suo logo e che IBM ha acquistato nel 1997 per promuovere i suoi server e le sue soluzioni di e-business.