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Motorola: l’asso nella manica?

Mentre ci sentiamo un po’ felici (se crediamo al falso mito dei megahertz) e confusi (perché non riusciamo più a capire se Motorola stia per abbandonare il mercato dei processori oppure no), registriamo la notizia che forse Motorola potra’ dal suo apparente torpore e, a lungo termine, disporre di tecnologie rivoluzionarie.
Pare proprio che entro il 2005 (!) la barriera delle micro-tecnologie possa essere abbassata, grazie a Motorola, al livello dei 0,05 micron permettendo di concentrare circa il doppio dei circuiti sulla stessa superficie dei chip.
Effettivamente, il mondo dell’IT è letteralmente “martellato” dalla corsa dei MHz di casa Intel, ove il Pentium 4 ha raggiunto di recente i 2.000 MHz mentre il fratellino povero, il Celeron, ha, proprio venerdì scorso, superato anch’esso la soglia dei 1.000 MHz col modello da 1,1 GHz. Il tutto mentre in casa PPC la corsa prosegue assai più lenta
L’abbassamento dell’attuale limite di 157 nanometer arriverà a raggiungere i 100 nanometer è stato annunciato da Joe Mogab, direttore dei Laboratori Digital DNA di Motorola, spiegando che queste misure saranno raggiunte grazie ad una fotolitografia agli EUV (ultravioletti estremi).
L’anno prossimo Motorola inizierà a testare il sistema ma, non prima del 2005, vedremo i chip sul mercato.
L’altro partner dell’alleanza AIM che produce i processori PowerPC, IBM, ha annunciato recentemente di dirigere i futuri studi verso i circuiti logici su singole molecole di carbonio, forse abbandonando anticipatamente l’uso del silicio.
Le tecnologie divergenti di IBM e Motorola faranno del bene o del male al PowerPC

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