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NYT: “Microsoft finanzia l’Onu per manipolare gli standard”

“Timeo Danaos Et Dona Ferentes”, temo i greci soprattutto quando portano doni, dicevano gli antichi troiani. Oggi bisognerebbe dire: temo Microsoft quando paga un miliardo di dollari in contanti e software alle Nazioni Unite per un programma di aiuti ai paesi in via di sviluppo, oppure quando sponsorizza l’attività  di dipendenti delle Nazioni Unite facendo in modo – sostiene la stampa internazionale – che sposino gli standard Made In Redmond.

Non è solo la questione della sicurezza, del furto di codice sorgente di Windows ritrovato in rete, delle pratiche commerciali per le quali l’azienda guidata da Bill Gates è stata più volte accusata di pratiche monopolistiche e concorrenza sleale (e sempre assolta, sino a questo momento) e neanche delle cause sempre patteggiate (o vinte) intentate da compagnie che si dicono proprietarie di tecnologie “magicamente” apparse nel sistema operativo di Redmond.

No, questa volta l’accusa mossa dai reporter del New York Times, John Markoff e Jennifer Schenker (è necessario la registrazione gratuita), è corposa e differente nella sostanza dal passato.
Microsoft è accusata, infatti, di aver speso soldi per finanziare l’Onu con l’intenzione di influenzare gli standard per lo scambio di dati in ambiente business.

L’UN-CEFACT, l’organismo per lo sviluppo degli standard, e il gruppo OASIS, infatti, avrebbero definito uno standard aperto per lo scambio di dati, detto ebXML, che sarebbe stato fermato anche dall’assunzione di due dei membri dell’UN-CEFACT in Microsoft a favore del Business Collaboration Framework sviluppato da Redmond in accordo con Ibm.
Inoltre, la casa di Redmond avrebbe anche pagato le trasferte di tre membri delle Nazioni Unite in sei paesi per promuovere questo standard proprietario.

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