Internet, Internet, ma quanto ci costi? Secondo una azienda di sicurezza, specializzata tra le altre cose filtri per il bloccaggio della navigazione per scuole e uffici, costa un patrimonio.
Ben 178 miliardi di dollari, in base a calcoli fatti con criteri non resi pubblici, vale a dire cinquemila dollari per impiegato all’anno, negli Stati Uniti.
Questa misurazione, fatta da Websense e ovviamente utilizzata per fare marketing e pubblicità ai prodotti dell’azienda attraverso la stampa, si unisce a una lunga fila di rapporti sull’uso delle tecnologie alle volte paradossali.
In particolare, questo calcolo si basa su un sondaggio condotto da Websense e Harris Interactive che ha intervistato 500 responsabili IT di aziende con più di cento impiegati (negli Usa) chiedendo loro quanto tempo ritengano che gli impiegati spendano in media in rete.
La risposta, cioè 5,9 ore alla settimana, è stata moltiplicata per il numero degli impiegati negli Usa, arrivando a circa 9,8 miliardi di ore, moltiplicato per la media di salario orario delle aziende e producendo come totale 178 miliardi di dollari.
Una cifra, come si vede, abbastanza “approssimativa” e buona soprattutto per far fare titoli ai giornali e – magari – vendere più filtri anti navigazione. Obiezioni logiche ai calcoli fatti da Websense (a parte il fatto che si basino su opinioni in un sondaggio e non su misurazioni scientifiche) ce ne sono di vario genere. Una per tutte, ritenere che tutti gli impiegati siano produttivi per ciascuna ora lavorata. Molti lavori, invece, hanno lunghi tempi morti durante i quali gli stipendi non vengono certo decurtati. Eppure, secondo queste metriche, sono ore che si perdono in lucro per l’azienda…