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PPC e Virtual PC per la Xbox del futuro?

Ci sarà  VirtualPC nel cuore della nuova Xbox? A lanciare l’ipotesi, in un tempo suggestiva e stupefacente, è Kevin Krewell, un analista di Micro Design Resources, intervistato dal San José Mercury Times. Secondo Krewell la prospettiva che l’emulatore, recentemente acquistato da Microsoft, possa divenire una componente essenziale della console di prossima generazione di Redmond è legata ad un altro fatto che avrebbe dello sconvolgente: l’adozione del processore PPC 970 di IBM.

L’intero castello nasce sulla scorta dell’annuncio congiunto diffuso ieri da IBM e Microsoft nel quale si fa un generico riferimento all’utilizzo di tecnologie di Big Blue nella Xbox 2. Come accennato in un articolo pubblicato ieri da Macity che cosa significhi in pratica questo accordo non è al momento molto chiaro, ma una delle ipotesi sarebbe l’impiego di processori PPC prodotti da IBM. Una ipotesi che pare essersi rafforzata in maniera decisiva nel corso delle ultime ore. Nella considerazione degli analisti, infatti, l’utilizzo di un processore PPC consentirebbe a Microsoft di “chiudere” in maniera definitiva la piattaforma, rendendola impermeabile a tutti i tentativi di hack per trasformarla in un PC a basso costo. Utilizzando un differente chip dall’Intel x68 in uso oggi, diverrebbe impraticabile far girare Windows e, con Windows, anche i giochi e i sistemi operativi non graditi a Redmond. In aggiunta a questo i processori PPC avrebbero altri vantaggi rispetto ai processori Intel, tra cui i consumi più bassi e la maggior efficienza delle istruzioni.

Questa strategia, però, ha una falla nella necessità  di rendere compatibile il vecchio software scritto per la Xbox che con la nuova Xbox, eliminato il processore x86 a favore di uno PPC diverrebbe di fatto inutilizzabile. Questo mentre gli utenti, come dimostra la transizione dalla PSX alla PS 2 di Sony chiede invece retrocompatibilità .

E’ qui, secondo quanto afferma Krewell, che giungerebbe in aiuto VirtualPC. L’emulatore PC creato da Connectix e acquistato da Microsoft la scorsa primavera è già  da oggi perfettamente in grado di interpretare istruzioni x86 per renderle leggibili da un processore PPC e potrebbe essere facilmente messo in grado di operare la traduzione di istruzioni per il sistema operativo Xbox per PPC. In fondo l’OS della console altro non è che un Windows leggermente modificato.

D’altra parte le tecnologie messe in campo da Connectix si sono già  dimostrate estremamente efficaci anche nel campo delle console. Chi non ricorda la Virtual Game Station, un software in grado di emulare la PlayStation sul Mac, frutto di reverse engineering e che fu al centro di una disputa legale tra Connectix e Sony? Creare un emulatore per il codice x86 della Xbox, adattando VirtualPC ad interpretarlo su processori PPC, non sarebbe di molto più faticoso o complesso.

Va anche detto che anche la stessa Microsoft, al di là  dell’esperienza di Connectix, ha avuto rapporti piuttosto diretti con il processore PPC. A metà  degli anni ’90 Microsoft lavorò a lungo su una versione PPC di NT, senza considerare che Windows XP Embedded edition esiste già  in versione PPC.

L’unico svantaggio di un simile sistema sarebbe la velocità . Ma il processore di IBM che per la data di rilascio della nuova Xbox potrebbe facilmente raggiungere i 3 GHz, sarebbe in grado di annullare ogni disagio visto che sarà  quattro volte di più veloce dei 733 Mhz dell’attuale Pentium della Xbox. Con prestazioni di questo tipo, sommate a quella della scheda video, un gioco per Xbox “originale” girerebbe, male che andasse, alla stessa velocità  sulla nuova Xbox.

Se l’ipotesi di una Xbox con PPC ed emulatore Connectix sia solo una fantasia o possa divenire realtà , solo il tempo potrà  dirlo visto che le due società  tengono la bocca ermeticamente chiusa al proposito. Quello che è certo è che IBM e le sue tecnologie corrono il rischio di divenire le regine incontrastate del mercato delle console. Nel momento della conquista della Xbox, Big Blue sarà  già  sbarcata nella PS 2 al cui chip sta collaborando con Sony e Toshiba, mentre il GameCube di Nintendo, il “terzo incomodo”, già  da oggi usa un derivato del G3 di IBM, un processore da 433 MHz denominato Gekko.

Una bella vittoria per IBM e una bella rivincita anche per il processore PPC.

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