Se in tempi di vacche grasse gli split azionari danno due azioni per una dividendo in due il prezzo, in tempi di vacche magre succede il contrario e di due azioni, anzi di venti, se ne fanno una e si moltiplica il prezzo.
L’iniziativa, segno di un disagio davvero preoccupante sul mercato, è di Palm che ha chiesto ai suoi azionisti l’autorizzazione al cosiddetto “Reverse Split”, ovvero all’accorpamento tra dieci e venti azioni in una sola con la conseguente somma del valore.
Obbiettivo primario del consiglio di amministrazione mantenere il valore delle azioni della società di Santa Clara è quello di mantenere il valore di Palm al di sopra della soglia di un dollaro; al di sotto di “quota uno”, infatti, le regole del Nasdaq impongono la cancellazione delle contrattazioni.
Solitamente operazioni come queste producono un effetto temporaneo di innalzamento del prezzo, ma successivamente i corsi continuano a scendere.
Ricordiamo che le azioni Palm hanno subito un pesante ridimensionamento negli ultimi mesi passando dai 95 dollari del marzo 2000 agli attuali 1,36 dollari (e nell’after market è andata ancora peggio: 1,23 dollari).
Il “Reverse Split” dovrebbe ottenere l’approvazione degli azionisti il primo ottobre ed essere applicato entro il primo aprile del 2003