Gli schermi LCD di piccole dimensioni aumentano di prezzo, ma quelli di grandi e medie dimensioni invece continuano nella loro discesa.
A favorire il trend al ribasso, secondo alcune indagini, è la diminuzione dei costi di produzione e il recupero dei costi iniziali di ingegnerizzazione dei display.
Due fattori che, sommati alle preferenze degli utenti casalinghi per schermi più piccoli, avrebbero evitato l’accumularsi di ordini e quindi la possibilità da parte dei produttori di alzare i prezzi.
L’esempio più eclatante di ribasso giunge da IBM che ha annunciato ieri il dimezzamento, addirittura, del costo del suo T221, uno schermo da 22,2 pollici che fino a qualche ora fa costava 18.000 dollari e che ora ne costa ‘solo’ 8.399. Si tratta di un vero e proprio ‘mostro’ da 3.840×2400 pixel con angolo visuale di 170 gradi.
Molte società stanno ora puntando sugli schermi di dimensioni superiori ai 15 e ai 17 pollici, i più comuni e nello stesso tempo proponendo prezzi interessanti.
Sul mercato USA, ad esempio, Eizo ha lanciato uno schermo da 18 pollici per 1.650$ e Dell uno da 19 pollici a 1.250$. I costi non sono ancora competitivi con quelli dei monitor CRT ma potrebbero presto diventare appetibili se, come pare, i prezzi dei grandi display continuerà a scendere con rapidità . Potrebbe favorire la crescita anche un avvicinamento dei costi con i monitor 15 e 17 i cui prezzi si sono stabilizzati se non, addirittura, in leggera salita.