La fine di febbraio sarà il momento più importante del processo d’appello per il caso Microsoft. Tra il 27 e il 28 del mese, infatti, sono in calendario le audizioni delle due parti in causa. In quella occasione sarà così possibile, oltre che ascoltare le posizioni del Dipartimento di Giustizia e quella di Microsoft, anche tastare il terreno sullo stato d’animo della corte d’appello.
Fino ad oggi intorno a quelle che potrebbero essere le posizioni dei giudici che dovranno decidere del caso Microsoft sono state fatte solo illazioni basate su alcuni episodi pregressi nel corso dei quali, in secondo grado, Redmond ha sempre ottenuto un trattamento di favore rispetto a quello che aveva spuntato in prima battuta.
Quando gli avvocati di Microsoft e quelli del Dipartimento di Giustizia saranno faccia a faccia davanti alla corte si potrebbe avere qualche indizio in più su come il processo proseguirà nelle prossime settimane.
Intanto nella giornata di ieri si è appreso che Microsoft avrebbe abbandonato l’idea di attaccare frontalmente Jackson. Inizialmente Microsoft pareva intenzionata a mettere in luce l’inaffidabilità del giudizio di primo grado sostenendo che il giudice era prevenuto nei confronti delle posizioni della difesa. Per suffragare questa tesi Microsoft avrebbe portato all’attenzione della corte le dichiarazioni contro Microsoft rilasciate da Jackson e pubblicate da alcuni giornali.
Ora pare invece che la strategia difensiva verterà sul diritto da parte di Microsoft di integrare IE e Windows, alla base del caso.
Le dichiarazioni di Jackson, in ogni caso, non passeranno come acqua sulla pietra. Esse, secondo alcuni esperti legali, hanno già prodotto un danno e la corte d’appello potrebbe averle già tenute in debita considerazione. “Perchè Jackson avrebbe deciso di fare affermazioni che possono danneggiare alle fondamenta la sua sentenza – ha detto William Kovacic, un docente alla scuola di legge di Washington – resta uno dei grandi misteri di questo caso”
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Processo Microsoft, verso le fasi decisive
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