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Pubblicità  su dispositivi mobili, Apple ruba quote di mercato a tutti

Può anche darsi che iAD presto possa dissolversi nel nulla come prevede Carol Bartz, può anche darsi che i clienti della rete pubblicitaria on line creata da Apple altrettanto a breve possano stancarsi del sistema di gestione della pubblicità creata dalla società di Jobs, ma per ora chi si deve preoccupare di più non sembra abitare dalle parti di Cupertino. Almeno stando ai dati raccolti da IDC.

In base a quanto stabilito da alcune recenti ricerche sul business della pubblicità su dispositivi tascabili, infatti, iAD si avvia a conquistare il 21% del mercato e questo a scapito di tutti gli altri network, dai pesi massimi come Google (che a dicembre 2009 aveva il 29% del business e a fine 2010 potrebbe scendere al 21%) ai protagonisti minori come Nokia (destinata a passare dal 5 al 2%).  Tradotto in termini percentuali l’ingresso di Apple  nel settore determinerebbe cali dal 22% (Google) ad un pesantissimo -60% (Nokia). Yahoo, la società di Carol Bartz che ha conquistato qualche titolo su Internet nei giorni scorsi quando ha vaticinato la rovina di iAD, pagherebbe pure duramente con un calo dal 12 al 9% del mercato (ovvero -25%) mentre Microsoft, alleata in diversi settori del business dell’on line di Yahoo, passerebbe dal 10 al 7% (-30%).

In ogni caso, nota BusinessWeek che ha collaborato con IDC nella ricerca, Apple dovrà comunque ancora lavorare molto per arrivare a quel 50% del mercato che Jobs aveva previsto potesse giungere entro fine 2010. Secondo la società di ricerca infatti il network pubblicitario della Mela manca della flessibilità offerta da altri sistemi e in più deve confrontarsi con una lunga serie di concorrenti; Ericsson ha appena aperto una sua rete pubblicitaria, Rim sembra intenzionata ad acquistare un’agenzia già attiva mentre sorgono nuove società indipendenti dalla piattaforma come Millenial Media e InMobi che potendo operare su più fronti potrebbero avere un appeal superiore rispetto a Google ed Apple che invece sono legate alle loro piattaforme proprietarie.

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