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RSA: qualcosa sta cambiando nel mondo della sicurezza informatica?

Virus, worm, minacce alla sicurezza dei dati e alla loro integrità . Per gli addetti ai lavori che si sono dati appuntamento al Moscone Center di San Francisco (ogni anno negli Usa e, sfalsato di sei mesi, un evento analogo viene organizzato in Europa e in Giappone) questa è routine. Anche troppo.

Le aziende del settore, infatti, stanno comprendendo che una serie di strategie prima ancora di tecnologie, orientate soprattutto verso il mondo business e della pubblica amministrazione, sono risultate fallimentari. Per questo è necessaria, si pensa, una migliore e più coordinata attività  di promozione degli standard e delle architetture delle soluzioni.

Per questo l’industria della sicurezza, una industria da svariati miliardi di dollari, come nota il Ceo di RSA, Art Coviello, ha deciso di promuovere la Cyber Security Industria Alliance.

Composta da 12 membri, BindView, Check Point Software Technologies, Computer Associates, Entrust, Internet Security Systems, NetScreen Technologies, Network Associates, PGP Corporation, Qualys, RSA Security, Secure Computing, Symantec, l’alleanza non è la prima che nasce in questo settore e il suo scopo è, in effetti, principalmente quello di fare attività  di lobbying verso le istituzioni e le principali aziende.

Anche la scelta del direttore esecutivo, Paul Kurtz, ex dirigente dell’amministrazione Bush, mostra chiaramente la volontà  di inserire in modo coordinato gli attori del mondo della sicurezza in un mondo in cui l’aggettivo “informatica” ha assunto una connotazione accessoria: homeland securty, controlli contro il cybercrimine e il cyberterrorismo, standard statali, tutto questo costituisce la nuova frontiera per le aziende del settore.

Ma l’ospite di eccellenza alla conferenza di RSA è stato Bill Gates, ancora alla ricerca di una legittimazione in questo settore e che, alla fine, ha deciso di scendere in campo in prima persona dopo che nelle ultime due edizioni della conferenza hanno fatto la loro comparsa i suoi vicepresidenti.

La novità  che emerge, al di là  dello sforzo di fare marketing e buona comunicazione per i prodotti della casa di Redmond, è che Microsoft pare voler essere un po’ più vicina agli standard del settore, con l’adozione di sistemi basati su token per l’autenticazione (elimina la necessità  di memorizzre decine di password) e l’obiettivo – sottolineato più volte dallo stesso Art Coviello – di aiutare gli utenti a raggiungere la “confidence” nell’uso di Internet.

La fine del far west in cui solo un navigatore su cinque si è affidato alla rete per far passare i propri soldi o anche solo visionare il proprio estratto conto: non è un limite tecnologico, sostiene Coviello, ma di fiducia. Bill Gates giura di averlo capito e di voler fare qualcosa, qualunque cosa, molto presto.

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