Rim trova un accordo e chiude la lunga e spinosa vicenda che correva di mettere a rischio negli Usa la prosecuzione dei servizi di Blackberry. La casa canadese ha infatti deciso di pagare quanto richiesto dala piccola Ntp, una società della Virginia che reclamava l’utilizzo di brevetti di sua proprietà nell’ambito del software per la gestione della posta in push. In alternativa, se il giudice che stava esaminando il caso avesse dovuto impugnare la richiesta di Ntp, si sarebbe andati allo stop dei servizi email forniti dai server Blackberry.
L’accordo, che prevede il versamento di 612,5 milioni di dollari, è stato accolto con sollievo e soddisfazione da tutto il mondo dell’IT. Anche se la minaccia di blocco riguardava solo gli Stati Uniti, anche se i Blackberry in uso negli ambiti governativi non sarebbero stati interessati ed anche se, infine, Rim prometteva un sistema alternativo che avrebbe evitato il disastro, in concreto esistevano forti preoccupazioni nell’ambito delle imprese, degli operatori del settore e degli investitori. Il rischio, nonostante le promesse di Rim, era quello di un caos tecnologico, ma anche di un congelamento delle vendite dei Blackberry.
Alla luce di tutto ciò è comprensibile perché poco dopo la notizia dell’accordo che sana per sempre la controversia con qualche vantaggio in più per Rim (nessuna ulteriore royalty perpetua sarà dovuta a Npd, il che non era scontato fino a qualche giorno fa), le azioni di Rim hanno compiuto un balzo in avanti del 20%.
La società dell’Ontario, il cui CEO James Balsillie ha definito l’accettazione del pagamento come un atto dovuto, ma non condiviso nella sostanza, ha già accantonato 450 milioni di dollari. Altri 162,5 usciranno dal bilancio del trimestre in corso.