Avrebbe il nome in codice di Smeagol la release di Mac OS destinata a fare da ponte tra Jaguar e Panther. L’update, che prende il nome da uno dei personaggi della saga de ‘Il signore degli anelli’ (e chi conosce la storia è in grado anche di fare un’esegesi sulla scelta del nome’¦), sarebbe finalizzato a supportare le nuove caratteristiche dei PowerMac con PPC 970 pur senza introdurre il pieno supporto a 64 bit.
A fornire qualche informazione sull’update e sul suo scopo è il sito americano eWeek, solitamente piuttosto ben informato.
Secondo quanto scrivono i giornalisti Nick Ciarelli e Matthew Rothemberg, la scelta di Apple di rilasciare una versione ‘ad interim’ dell’OS deriverebbe dalla logica necessità di fornire un sistema operativo in grado di fornire accesso ad alcune delle nuove tecnologie dei nuovi PowerMac, che probabilmente verranno denominati G5 e tra queste anche il processore architetturalmente diverso dagli attuali G4.
Ma tra le tecnologie supportate, dice eWeek, non ci sarà il 64-bit. Questo compito sarà a carico di Panther che verrà rilasciato solo qualche mese più tardi, forse a settembre.
Apple, secondo il sito, sarebbe stata forzata a questa scelta da un motivo principale: la mancanza di un compiler in grado di supportare pienamente PPC 970. Una versione adatta, la GCC 3.3, è ancora in fase di finalizzazione.
Nonostante la lacuna, e grazie al supporto al 32 bit fornito dal PPC 970, Apple sarebbe comunque in grado di fornire al mercato le nuove macchine, pienamente e perfettamente funzionanti, anche se mutilate dello spunto in più in grado di fornire il 64 bit. Probabile, a questo punto, anche che i nuovi G5 non siano in grado di fornire prestazioni al livello di quelle possibili con Panther, che sarà massicciamente ottimizzato per il PPC 970.
Secondo quanto afferma eWeek, Smeagol sarà terminato verso fine luglio, il che lascerebbe pensare che le nuove macchine non arriveranno nei canali che ad inizio agosto.
Le finalità di questa strategia (presentazione di macchine a 64 bit senza un sistema operativo adatto, annuncio di Panther in beta e rilascio a settembre) a prima vista bizantina, avrebbe un suo senso da ritrovare nella necessità di spingere gli utenti a migrare verso il nuovo hardware.
Per ottenere questo scopo e presentare un motivo valido per aggiornare i loro sistemi Apple deve avere l’appoggio da parte degli sviluppatori che a loro volta devono migrare le loro applicazioni verso i 64 bit. Ma per impegnarsi in questa missione le terze parti devono avere a disposizione una piattaforma di sviluppo adatta, costituita da un sistema hardware e da un OS. Al primo scopo risponde il rilascio dei G5, al secondo quello di Panther in beta; insieme consentiranno il beta testing diffuso e approfondito dei programmi.
Nel frattempo agli utenti ‘normali’ verrebbero consegnate nuove macchine che seppure mancanti del supporto a 64 bit, saranno pur sempre più veloci di quelle attuali.
Quando Panther sarà disponibile commercialmente a settembre, Apple avrà a disposizione un buon numero di applicazioni native (anche shareware e freeware) a 64 bit che renderanno ragione dell’acquisto del nuovo OS e che sarà stato possibile implementare e massicciamente testare grazie al rilascio, qualche mese prima, dei G5 e di Panther. Una strategia che non sarebbe possibile attuare, visto che siamo di fronte ad una svolta architetturale, se il lancio del G5 avvenisse in circoli ristretti ed esclusivi o fosse contestuale al lancio di Panther. In un caso le applicazioni disponibili per Panther sarebbero pochissime (e poco testate), nel secondo si correrebbe il rischio di presentare un OS e un hardware le cui ragioni d’acquisto sarebbero differite di mesi, al momento in cui saranno disponibili nuove applicazioni native.