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Speciale: musica Apple, ecco come funziona

Facilità  d’€™uso, flessibilità , contenuti esclusivi. Sono queste le tre caratteristiche essenziali che, nel giudizio di Apple, faranno la fortuna del servizio di download musicale lanciato ieri.

La nuova iniziativa commerciale, che prende il nome di iTunes Music Store, era, con iTunes, una delle due grandi novità  della conferenza stampa di ieri, ma perla sua rilevanza in termini strategici non solo nel campo delle attività  di Cupertino, ma anche in termini generali, è stato l’€™argomento messo maggiormente a fuoco dalla stampa americana.

E in effetti, per il fatto che si tratta del primo sistema di questo tipo implementato da uno dei leader mondiali dell’€™informatica e per alcune caratteristiche davvero esclusive, si tratta di qualche cosa che merita l’€™attenzione dei media, anche quelli non specializzati.

Ma come funziona iTunes Music Store? Vediamolo da vicino.

Alla base del servizio, come largamente preannunciato, una nuova versione di iTunes, la 4.0. Ad accompagnare il software per la gestione di file audio di Apple anche una nuova versione di QT (la 6.2) indispensabile per leggere il nuovo formato audio supportato da iTunes e dai nuovi iPod.

Una volta caricato iTunes e QT 6.2 si deve avere a disposizione anche un account su .Mac, oppure si crea (gratuitamente) un Apple ID (un identificativo che serve a dare accesso a diversi servizio di Apple, tra cui anche l’€™acquisto sullo store).

A questo punto si è pronti per cominciare. Si preme un bottone in iTunes e si ha accesso alla sterminata libreria musicale di Apple. Si tratta, secondo quanto riporta il sito di Cupertino, di 200.000 canzoni in formato digitale AAC, uno standard implementato dallo stesso gruppo di lavoro che ha creato MP3 (e supportato in MPEG-4); la compressione scelta da Apple offre una qualità  superiore a quella del CD ma anche ridotto a 128 bit la qualità  del suono è pari proprio a quella della musica che si acquista in negozio. Almeno così garantisce Cupertino.

La ricerca della musica avviene secondo diversi parametri, oltre che per titolo della canzone, per genere, per artista, per album. Ma è anche possibile scorrere i generi selezionando i quali si arriva agli artisti e successivamente ai loro album. Una volta che si è trovato quello che interessa è possibile ascoltare un’€™anteprima di 30 secondi; quando si decide di acquistare il brano la carta di credito verrà  caricata per 99 centesimi di dollaro, circa 97 centesimi di euro (intorno alle 1850 delle vecchie lire), e la canzone verrà  scaricata sul vostro HD.

Ovviamente, come noto fin da ieri, per avere accesso al servizio e scaricare realmente la canzone si deve essere residenti negli USA, o meglio si deve avere un ‘€œbilling address’€ (un domicilio per la fatturazione) americano. In caso contrario non si può procedere oltre.

Ma ammesso che tutto sarà  andato a buon fine avrete sul vostro desktop la canzone prescelta della quale potrete farne quello che volete.

Le uniche limitazioni sono quelle imposte dal sistema di protezione istituito da Apple che restringe a tre differenti, Mac mediante un sistema di autenticazione, la riproduzione della canzone. Sarà  però consentito caricarla su tutti gli iPod che desideriamo e masterizzarla su CD. La protezione impedisce di regalarla ad un amico che avrà  necessità  di autenticarsi se vuole riprodurre il brano sul suo Mac. Il sistema di gestione dei diritti digitali è contenuto e supportato dal nuovo formato AAC

Un aspetto interessante del nuovo servizio musicale è che lo store on line consente anche di acquistare musica mai venduta in forma digitale. E’€™ presente anche una sezione con filmati musicali ed è persino possibile scaricare la copertina del disco.

A differenza di altri servizi similari iTunes Music Store appare concorrenziale sotto diversi profili. La qualità , grazie ad AAC, ad esempio è superiore a quella offerta dalla concorrenza. Ma anche la mancanza di un ‘€œcanone’€ di abbonamento, che presso alcuni concorrenti, raggiunge anche i 10 dollari al mese, viene considerato un fattore strategico.

In realtà , però, molti analisti, nonostante questo vantaggio, stanno discutendo sui costi per ciascuna canzone, ritenuti un po’€™ troppo elevati. In molti pensano che per avere realmente successo il prezzo di ciascuna canzone deve scendere sotto i 50 centesimi di dollaro. Altri osservatori pensano, in opposizione, che 0,99 centesimi valgono la qualità  e i servizi che Apple è in grado di offrire.

Quello su cui tutti paiono concordare è che Apple potrà  valutare e misurare il suo successo solo quando aprirà  il servizio anche agli utenti Windows, un passo previsto entro la fine del 2003.

Dal mostro punto di osservazione ci permettiamo anche di aggiungere che un altro fattore cruciale sarà  l’€™estensione di iTunes Music Store al di fuori degli USA.

Benché l’€™evoluto e sterminato mercato americano, con oltre 200 milioni di consumatori, possa essere considerato grande a sufficienza per rendere ragione dell’€™innovazione, ci pare difficile che si possa escludere altri 200 milioni di utenti che vivono in Europa oltre che il ricchissimo mercato Giapponese e asiatico, e tutto il loro patrimonio musicale molto a lungo senza pagare qualche conseguenza.

Questo passo potrebbe però essere molto critico per Apple che dovrà  superare gli ostacoli posti dai sistemi di tutela del copyright presenti in ciascuno dei paesi Europei.

Basti pensare che cosa significherà , per quanto riguarda l’€™Italia, affrontare le pratiche burocratiche per soddisfare le richieste della SIAE. La Società  Italiana Autori ed Editori attualmente fonda il suo sistema di riscossione sul ‘€œbollino’€ apposto sui case dei CD. Sarà  necessario studiare qualche cosa che superi questo elemento arcaico ma estremamente efficiente sistema, qualche cosa che assomiglia, magari, al sistema in uso per TV e Radio che hanno costi forfettari.
In realtà  per quanto riguarda l’€™acquisto di musica on line i problemi da superare potrebbero essere anche molto più complessi e il costo più alto, visto che qui si tratta di ‘€œvendere’€ musica e non semplicemente di farla ascoltare. Escogitare qualche cosa, a fronte di un apparato pachidermico e non sempre flessibilissimo, come quello che gestisce i diritti d’€™autore in Italia è legittimo temere tempi lunghi.

Apple, in ogni caso, garantisce la sua intenzione di espandere il servizio anche al di fuori dagli USA: ‘€œLa nostra scelta ‘€“ ha detto Jobs riferendosi all’€™esclusività  del servizio per il mercato americano ‘€“ deriva dalla strutturazione del mercato musicale e dai contratti che abbiamo stipulato con le case di produzione. Siamo fermamente orientati ad espandere il servizio a livello internazionale”

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