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Stock options, ora Anderson accusa Jobs

Due ex manager sul banco degli imputati, uno già  fuori dal caso per avere raggiunto un accordo e pagato una salatissima multa, Apple scagionata da ogni possibile conseguenza. L’esito della giornata, la più importante nel caso controverso delle stock options irregolari dal momento in cui essa è venuta alla luce, poteva essere considerata soddisfacente da Cupertino che si è vista praticamente rimettere tutte le accuse e gli scomodi risvolti legali, non fosse che in conclusione è arriva una stoccata velenosa che colpisce Steve Jobs. Secondo Fred Anderson, l’ex Cfo che ha pagato la multa per uscire di scena, il Ceo di Apple avrebbe mentito sulle procedure per la loro assegnazione.

La vicenda ha avuto tutto il suo sviluppo nel tardo pomeriggio. Inizialmente si è avuta la conferma di quanto riportato questa mattina anche da Macity, ovvero che Anderson avrebbe pagato per chiudere il caso con la Sec e che invece Nancy Heinen, consulente legale di Apple, dovrà  difendersi dall’accusa di avere fraudolentemente predatato le azioni. Nel documento ufficiale distribuito dalla Sec si precisava anche che Apple non sarebbe stata coinvolta “per la pronta, straordinaria e piena collaborazione offerta” al chiarimento della vicenda.

Neppure il tempo per Apple di gioire di quella che appariva essere il sipario finale sullo spinoso caso, ed ecco che arrivava una dichiarazione dell’avvocato di Anderson che riportava in ballo Jobs.Secondo Jerome Roth, un legale dello studio Munger, Tolles & Olson LLP di San Francisco, il Ceo era stato avvertito dallo stesso Anderson che le azioni avrebbero dovuto avere il prezzo di emissione del giorno in cui erano state assegnate dal consiglio di amministrazione o che, in caso contrario, ci sarebbe dovuto essere una differente ed adeguata forma di ricarico. A Jobs sarebbe stato anche detto che l’assegnazione predatata sarebbe dovuta avvenire in maniera “legalmente appropriata”. L’amministratore delegato di Apple avrebbe garantito che il consiglio aveva dato la sua approvazione e quindi Anderson si è fidato di questa affermazione. Invece il presunto consiglio di amministrazione con cui la concessione delle azioni era stata approvata non si era mai svolto.

Se quanto l’ex Cfo fosse provato sorgerebbe il sospetto che Jobs ha avuto qualche cosa di diverso da un ruolo passivo in tutta la vicenda. Se così fosse la Sec potrebbe rilanciare le indagini per capire quale sia stata la sua parte nel caso delle stock options.

Ricordiamo che per la maggior parte delle fonti d’informazione, compreso il San Josè Mercury News, che ha avuto accesso ai falconi del caso, Jobs sarebbe estraneo e comunque non punibile legalmente né civilmente. Opinione condivisa da analisti e da osservatori che nel corso degli ultimi mesi hanno indagato la vicenda cercando, da indipendenti, di verificare l’esatto stato delle cose. La stessa Nancy Heinen, che ora resta l’unico ex manager in conflitto con la Sec, ha detto che Jobs non era al corrente di nulla, di fatto assolvendolo dalle accuse che, invece, Anderson sembra voler gettare sulle spalle del numero uno di APPLE.

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