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StuffIt arriva ad 11: migliorie e novità  in una breve presa di contatto

Introduzione
C’è ancora spazio per StuffIt, compressore-archivatore universale, dopo le politiche e le scelte tecniche di Apple? L’utility risolutrice di mille problemi, cresciuta a braccetto dei Sistemi Operativi di Apple, nel corso degli anni pian piano è stata relegata a software di contorno, dopo l’adesione di Mac OS X al formato “.zip” così comune in ambito PC-Windows.
C’è anche da dire che i molti fanatici del Terminale avevano da tempo imparato le sintassi per eseguire le stesse funzioni con una riga di comando: poco facile, ma assai efficace.
E StuffIt?

Innovazione
Per non cadere nell’oblio del software superfluo, i programmatori di Allume hanno aggiunto nel tempo decine di funzioni e migliorie di cui diventa impossibile fare a meno, una volta scoperte.
In primis l’integrazione con Spotlight di Tiger, il quale ora riesce a trovare gli elementi anche nei pacchetti compressi con StuffIt, Zip o archivi TAR. La comodità  di una tale soluzione fa presto dimenticare l’applicazione separata “Active Search”, presente nelle precedenti release di StuffIt e dall’utilizzo non molto immediato.

Nella versione Deluxe, una volta cercati i file attraverso la finestra di Spotlight, verrà  richiamato lo “StuffIt Archive Manager”, il nuovo gestore degli archivi compressi. Tramite esso sarà  possibile estrarre gli elementi singolarmente (come sempre), ma anche scorrere le preview delle immagini JPEG contenute all’interno (se l’archivio compresso è misto, in ogni caso vengono mostrate solo le immagini).
Naturalmente la privacy di ciascuno è conservata: i file criptati rimangono al di fuori dell’azione di Spotlight.

L’aspetto grafico dell’applicazione è stato ridisegnato per ottemperare ai più moderni stili di interfaccia utente: la colonna presente sulla sinistra richiama la struttura di iTunes e iPhoto e contiene le “Collections”, un’ulteriore novità  della release 11.
Similmente alle cartelle smart di OS X, le Collections sono dei raggruppamenti che seguono un particolare criterio: in questo modo possono essere creati dei gruppi di archivi in base ai nomi, tipo, data di creazione, posizione, dimensione, e molte altre.

Ora è stato creato anche un meccanismo di indicizzazione per gli archivi offline: con quest’ulteriore innovazione si può facilmente determinare il contenuto di un file compresso pur non avendolo fisicamente sull’HD perché registrato per backup su supporto ottico o su server remoto.
Tra le altre opzioni degne di nota vi sono anche sistemi di backup diretto su CD, DVD, cartelle in locale o in remoto, server FTP o .Mac. Si può specificare un antivirus da utilizzare in congiunzione con il compressore per analizzarne il contenuto prima di scompattare il pacchetto ed adesso vengono anche gestiti i file Zip criptati con l’algoritmo AES a 256 bit.

In ultimo, ma non ultimo per importanza, l’attuale versione 11 porta in dote l’indispensabile “Universalizzazione” per un più fluido funzionamento su Mac con processori Intel (ma lo strato interpretativo di Rosetta compiva già  un ottimo lavoro con la precedente release). La società  afferma con orgoglio di aver riscritto l’applicativo in modo da potersi avvantaggiare della struttura multi-core dei processori Intel a tutto vantaggio dell’efficienza e velocità  operativa.

A ciascuno il suo
Per raggiungere il più ampio target di utenza, Allume Systems, distribuisce il suo prodotto in tre diverse incarnazioni: il solo Expander (gratuito) sufficiente ad aprire i file compressi ricevuti, la versione Standard ($50) e Deluxe ($80).
Sono disponibili le demo di entrambe le versioni per permettere a ciascuno di valutare direttamente le proprie necessità  ed acquistare di conseguenza il prodotto giusto.

Allume StuffIt richiede Mac OS X 10.4 per il suo corretto funzionamento.

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