Si avvicina sempre più il momento del rilascio di batterie che non costringeranno più alla connessione dei portatili alla rete elettrica per la ricarica.
A lavorare sul rivoluzionario sistema, che si fonda sull’utilizzo di una miscela di metanolo e acqua, ci sono diversi colossi dell’elettronica, tra cui Motorola e Toshiba.
Proprio nei laboratori di Toshiba paiono essere stati fatti ultimamente i più consistenti passi avanti tanto che alcuni prototipi sono ormai vicini a quello che potrebbe essere un prodotto finale e che sarà mostrato nel corso del CeBit che si tiene a fine mese ad Hannover.
Secondo Toshiba una cella al metanolo è in grado di produrre con 50 millilitri di combustibile 5 energia per 12 watt per 5 ore consecutive, con un picco di 20 watt. Recenti progressi nello studio di questa tecnologia hanno consentito di aumentare l’efficienza di questo tipo di batterie diminuendo nel contempo le sue dimensioni. Oggi una batteria da 50 millilitri ha una dimensione di circa 27 centimetri di lunghezza, 7,5 di larghezza e quattro di altezza.
L’utilizzo di batterie al metanolo (che, ovviamente, non producono energia mediante combustione ma con un processo chimico) libererebbe gli utenti di portatili della necessità di connettere le macchine alla rete per la ricarica. Sarebbe possibile portarsi in tasca, invece, economiche cartucce con metanolo per ricaricare la batteria. L’acquisto del metanolo, utilizzato anche in molti altri dispositivi come gli accendisigari, ad esempio, potrebbe essere operato presso tabaccai, supermercati e diversi punti vendita despecializzati in ogni parte del mondo, aumentando la flessibilità d’uso dei laptop ma anche di altri tipi di dispositivi da tasca, come PDA e persino cellulari.
Toshiba pensa di immettere in commercio le prime batterie al metanolo entro il 2004, la loro diffusione, conseguenza di una riduzione dei costi, è però prevista non prima del 2005.